Le motivazioni del poeta: Raffaella Magliocca.
Raffaella Magliocca, nasce a Barletta il 26 ottobre 1955, trascorre la sua infanzia a Foggia, si trasferisce successivamente a Barletta e poi a Vicenza. Attualmente risiede a Trani dove è ordinaria di Lingua e letteratura straniera francese nelle Scuole superiori.
Ha pubblicato una raccolta di poesie “Strappo un foglio e la parola cade”.
Si è dedicata alla scrittura di testi teatrali in cui poesia e dialoghi mettono in scena gesti, parole e oggetti che rendono lo spazio scenico una realtà sospesa fra sogno-ricordo-desideri consci e inconsci. Fra le sue opere: “Saffo ovvero nostos ….” , “Chi è folle?” (Premio Speciale della Giuria ne Premio Nazionale di Letteratura e Arti figurative “Creatività itinerante” Vieste, giugno 2006), ” Jeanne Hébuterne …. la donna che amò Modigliano”, “Camille Claudel”.
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Ho sempre avuto paura di non comprendere i poeti e la poesia. Un timore reverenziale mi teneva a distanza: commento, parafrasi, poetica dell’autore rimbombavano in me, studentessa liceale. Era corretto ciò che comprendevo? L’interrogazione e il voto sancivano la mia ignoranza o competenza poetica.
“Il 5 maggio”, “I Sepolcri” erano per me la Poesia. Mallarmé, Baudelaire, T. S. Eliot erano lontani, incomprensibili senza una spiegazione.
Ho scritto balbettii di versi, sin dall’infanzia, ma non era poesia.
L’ho incontrata casualmente. Un giorno mi è stato chiesto di preparare un corso di aggiornamento per docenti sui giochi linguistici sulla poesia. Ho giocato con Raymond Queneau e l’opera “Esercizi di stile”, con le tecniche dell’Oulipo (di cui Queneau fu cofondatore), in classe con gli alunni sui testi di Mallarmé. Queste esperienze mi hanno svestita dal timore e così ho cominciato anch’io a giocare con la poesia.
Nello stesso periodo leggendo i testi di Gadamer, filosofo dell’ermeneutica, mi sono inoltrata nel “colloquio autentico” in cui il tu e un io si incontrano, si aprono l’uno verso l’altro e ritornano in sé arricchiti dell’esperienza dell’incontro. Il tu non è soltanto l’altro, ma la foglia, il sasso, il quadro. Così ho cominciato a guardare intorno a me, a toccare la foglia, il sasso, la terra, a entrare in contatto con ciò che mi circondava. Mi sono tuffata nei versi di Paul Celan, Mallarmé, Rilke, Trakl e altri. È nata la poesia in me.
Se i miei versi sono poetici o meno, se piacciono o non piacciono, mi interessa fino ad un certo punto. L’importante è vivere nel sogno della poesia scrivendo. R.M.
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chiare, fresche e dolci acque
Acqua rifiuti smanetta
chiare, fresche e dolci acque.
Aria avvelenata ricorda aria trasparente
Risata!
Siamo o non siamo nel XXI secolo?
Siamo o non siamo postini di
messaggi spediti ieri?
E se Petrarca ha qualcosa da obiettare
si svesta della tunica e del cappuccio
e venga a passeggiare fra le strade di città
clacsonate e semaforizzate.
Prenda l’utilitaria e imbocchi
la via, se vuole, per Arquà
e lì riposare.
Ma se ha spirito d’avventura
porti la sua poesia
lungo le linee tracciate dalle autostrade.
Vedrà:
paesi città sfiorate
sbuffi di luce sorpassati
corsi d’acqua cementificati
e chissà se ancora scriverà
chiare, fresche e dolci acque.
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le pagine del cielo
lungo il viale di ogni mio giorno
sfoglio le pagine del cielo
leggo le nuvole che vagabonde
oltrepassano ogni confine
e nel silenzio dell’unione
m’immergo e ne bevo la luce.
L’azzurro racconta il suo eterno
a me ormai foglia d’autunno
che nel mio cieco vagabondare
segue sentieri con un confine.
***
Panchina
Siedo
sulla panchina
e guardo l’andirivieni
di persone senza nome
in un viale alberato in una stazione assolata
o in luogo circoscritto con all’ingresso scritto
sala d’attesa.
Tra passi dal ritmo cadenzato ho sosta nell’unico posto
che ha un chiodo sull’asfalto. Là l’ora non ha fretta
mentre gioca con la lancetta
Sorrido al respiro di gente
che va di corsa altrove.
Dove?
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Bicicletta
Bicicletta
Veicolo con due ruote
Energia, il muscolo.
Pedalata a cristalli di sudore.
In assolo o in tandem. Chissà!
Direzione? Est ovest sud nord.
La vita lo sa! Movimento in salita
in discesa in pianura.
Che sensazione di libertà.
Il percorso delle ore su ruote va
diritto sulla semiretta
da un punto iniziale a uno finale.
Non è unidirezionale.
Non è il caso che sceglie la via
ma è la mente di chi pensa
e le sue decisioni dispensa
Eppure ogni scelta è un’incognita.
E così la bicicletta corre
verso il buio di un precipizio
o verso un campo di sole. Non si sa!
È un salto collocato su un tracciato
x o y sull’asse cartesiano della vita.
Pedale collegato
a una trasmissione a catena.
Minuti ore giorni.
Vita verso l’ignoto.