Le margherite di Mozart, poesie di Paolo Polvani

Le margherite di Mozart, poesie di Paolo Polvani.

   

   

Le margherite di Mozart

Le mani della pianista aderiscono
al perimetro della primavera.

                                                             Una matematica
successione di frasi disegna la bocca di Mozart.

Le dita schiudono un’adunata di margherite
dispiegano davanti a noi un tappeto di papaveri.

La pianista è agile e bruna, ha labbra
che inseguono la puntualità delle nuvole.

Il brivido del corpo sposa il suono
converte in paesaggio il flusso, la corrente.
Alberi dai profumi sonori
nascono dalle vene della notte.

La pianista stila un elenco completo d’inquietudini
chiama per nome le paure, un bosco
o una porta che sbatte.
Evidenzia un nudo bisogno di luce.

Fa di aprile un’arma che inaugura
campi di girasole.

***

La ruggine delle foglie

La  violoncellista ci consegna la ruggine delle foglie,
l’inquietudine della grandine e i percorsi
dell’alba, la solitudine
che attraversa la strada.

Disegna curve che delimitano le rotte urbane,
il balbettio dei semafori, le finestre chiuse.

Le ciglia fitte annunciano la bellezza
delle periferie, le cifre necessarie.

Le dite s’inerpicano sulle corde e sono ragni
che tessono una ragnatela sonora che c’imprigiona.

Le note diventano vicissitudine che s’incide
nello sguardo fino al limite del bosco.

Apre sentieri profumati, rocce e vento radioso.
Le sue parole sanno di quarzite e di viole,
le consonanti sono chiodi che mostrano
pagine celesti.

Il margine della collina conosce la felicità dei corvi.
La violoncellista conserva il sapore di una festa d’aria.

                             

tn_dream theater - falling into infinity storm thorgerson

 

3 thoughts on “Le margherite di Mozart, poesie di Paolo Polvani”

  1. “Le dita schiudono un’adunata di margherite
    dispiegano davanti a noi un tappeto di papaveri.”

    La musica, particolarmente quella descrittiva come “Le quattro stagioni” di Vivaldi e molte altre celebri composizioni del genere, ha il dono di creare immagini che il bravo esecutore e l’attento uditore vedono nitide come le margherite e i papaveri citati in questi versi di Paolo Polvani.
    Mozart è geniale anche in questo: si pensi al suo “Flauto magico” e alla presenza viva della foresta con i suoni, i canti degli uccelli, persino il colore delle foglie o delle piume.
    Giorgina Busca Gernetti

    1. Molte grazie a Giorgina per la sua interessante lettura. Concordo sul potere descrittivo di certa musica; della quale continuo a nutrimi pur conservando intatta una certa ignoranza di base; ho avuto la fortuna di frequentare per almeno 10 anni una sala di musica dove ogni domenica si offrivano piccoli deliziosi indimenticabili concerti, che sono stati la sorgente di molti dei tentativi poetici di argomento musicale.

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