NON LO SAPEVANO LE OSSA SPARSE. INEDITI DI CLAUDIA ZIRONI

Non lo sapevano le ossa sparse.
Inediti di CLAUDIA ZIRONI

   

   

Un legno di veliero scricchiolava nella notte assente, senza mare senza stelle, la pioggia battente ci sferzava da fuori come la rabbia di tanti anni fa. Ci sentivamo protetti, un guscio di due, le stufe calde, le lenzuola pulite, le vetrate degli anni Settanta un poco ingiallite – come le tue tempie, da tempo – la vecchia tavola dove avevamo sognato di fare l’amore, desco di terra e verzure, raccordo famigliare sotteso. Un legno d’albero scricchiolava nella notte furente. Non c’era vento che potesse smuoverlo, non c’era fuoco che lo ardesse né acqua che lo inondasse, una profonda radice si inerpicava tra i minerali sotterranei e le falde del colore anticato delle tue tempie. E dell’acqua limacciosa e del vetro. Del vetro rotto, repentino, della cucina devastata, dei fogli che volavano e della tavola che non restava intera proiettata sul tetto. Il tetto? Dov’era il tetto sperato e secolare, l’acqua, la pioggia battente sul capo, nessuna stella, un boato, che correva per la casa come le nostre grida di tanti anni fa. – Un incubo – dicesti a quelli del TG il giorno dopo l’uragano, dopo che la tromba d’aria si era portata via tutto, me compresa, spezzata come un ramo, come un legno di vecchio veliero in disarmo senza mare, le vertebre esposte, gli occhi sbarrati sul buio. – Mai visto un fenomeno così improvviso e violento. – Alcuni ti guardavano sullo schermo atterriti. Ma poi – non li riguardava – cambiavano canale. Il clima – ricordi? Una fugace notizia che riguardava altri – il clima che cambia.

Non lo sapevano gli alberi a terra, né le rovine della casa
né le strade limacciose e il sole triste di settembre.
Non lo sapevano le formiche e tutti i piccoli insetti neri
disinsediati dalla sponda del fiume. Non sapevano nulla
le api che galleggiavano sull’acqua, i granchi riversi
sulla riva, le alghe sovrabbondanti sugli scogli sommersi.
E non lo sapevano le ossa sparse, le travi crollate e
le navi affondate, infestate da nuove specie di serpi marine
senza occhi e senza sesso, dalla pelle squamosa. Le cime brune
delle più alte montagne, le rocce scistose, i legni. Neppure loro
sapevano. Né i ghiacci che si scioglievano e l’aria che si riscaldava
e il mare e il vento, che montavano violenti
a sradicare e sommergere e sferzare. Solo noi sapevamo.
Lo sapevamo. Tutto quanto stava accadendo sapevamo.
Solo noi facevamo finta di non sapere.

     

(prosa e poesia tratte dalla silloge inedita “Nightmares”)

    


Claudia Zironi in una foto di Alexandra Mitakidis

Claudia Zironi, bolognese, opera dal 2012 nel mondo della diffusione culturale con l’associazione Versante Ripido della quale è Presidente. Fa parte della redazione della rivista Le Voci della Luna. È alla sesta pubblicazione poetica in Italia delle quali Eros e polis, nel 2016, è stata riproposta in USA in traduzione di Emanuel Di Pasquale. Nel 2019 è uscita, per i tipi di Marco Saya Edizioni, l’antologia a cura di Sonia Caporossi Claudia Zironi – Diradare l’ombra – antologia di critica e testi – 2012-2019. Nel 2020 è uscito il libro di poesie Not bad (2019-2020) con la casa editrice Arcipelago Itaca (vincitore Premio Città di Grottammare 2021).

 

 

 

 

 

 

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