Paura – Personae, di Franco Buffoni

Paura – Personae, di Franco Buffoni, con una nota dell’autore.

    

    

Sul tema della “paura” ho impostato il mio ultimo lavoro, un’opera teatrale intitolata PERSONAE, cioè “maschere”.
Dopo l’attacco al teatro dove era in corso il concerto-revival del gruppo rock dal grande passato, quattro personaggi “ritornanti” discutono tra loro sullo sfondo del lapsus di un cronista tv: “I quattro sono morti in modo non grave”. Poiché la tv non può mentire, per qualche istante fino alla rettifica, i quattro “revenant” tornano vivi. Quei pochi istanti si schiudono in un dramma di cinque atti e un prologo con Narzis, professore di filosofia alsaziano, quarant’anni, sposato con Endy, tecnico informatico ex operaio, trent’anni: hanno due bambini nati in Canada tramite GPA, ed è la prima sera che li affidano alla baby sitter. Veronika, biologa ricercatrice di origini ucraine; Inigo, cinquant’anni, prete lefebvriano, vive in una confraternita intitolata a Dominique Venner, l’uomo che si suicidò a Notre Dame per protestare contro il matrimonio gay. I quattro personaggi sono dei “già morti” che si comportano per l’ultima volta da vivi. I fitti drammatici dialoghi che tra loro intercorrono mettono in scena le loro esistenze e anche le contraddizioni della nostra epoca, con continui e inattesi rivolgimenti nella trama dell’opera.
Propongo qui il prologo e la seconda scena del V atto in cui le quattro “personae” discutono di terrorismo. FB

 

PROLOGO

Quegli istanti

Bianco, rosso mattone e azzurro
In tenue cromia disposti dagli stucchi
Sui fiori dipinti nel vecchio teatro
Dov’è in corso il concerto-revival
Del gruppo rock dal grande passato.
Lì da sola Veronika,
Una coppia gay con figli a casa in baby sitting,
Un prete léfebvriano che passava per caso (?)
Discutono sullo sfondo del lapsus
Di un cronista tv:
“Sono morti in modo non grave”.
Poiché la tv non può mentire
Per qualche istante fino alla rettifica
I quattro revenant tornano vivi.
E quegli istanti a tempo e luogo –
Al tempo e nel luogo in cui i fatti avvengono
Quando il momento è giunto –
Durano il tempo della nostra
Rappresentazione.

    

Atto V, scena 2

Inigo vòlto verso Veronika
Gli islamici sono un disastro epocale
Al pari della secolarizzazione,
I due fenomeni fondendosi rafforzano
Persone come loro
(indica Endy e Narzis scuotendo il capo)
Sradicate da qualsiasi tradizione
In una costante finzione
Multiculturale.

Veronika
Muri quindi vuoi barriere, l’Est europeo
Che vidi sciogliersi con gioia
Sta tornando a dividersi per celle,
Piccole galere a cielo aperto
Invalicabili a chi fugge.

Narzis
Narcisismo maligno
Delirio d’onnipotenza
Sadismo egosintotico con conseguente disprezzo
Per la vita altrui
Vagano disperati, Inigo, nei parchi della tua mente–

Inigo
E io penso al ludibrio di Cristo nel pretorio–

Narzis
Un ludibrio suggerito dalle vostre insensatezze,
Tra sunniti e sciiti rivedo il sangue sparso in Europa,
Le vostre folli guerre di religione–

Inigo
Ma era il tempo di collari e speroni
Tosoni emblemi e giarrettiere!

Narzis
Una palla di fieno riempita di spine
Intrisa di sangue del devoto–

Inigo
Queste sono solo alcune cose
Di cui ridete senza ritegno
Perché i vostri occhi
Non le vedono interamente.
Isis è soltanto–

Narzis
La toilette della morte
Tra Iran e Arabia Saudita.
Con l’odore di gladioli e violaciocche
E il rumore di una nuova musica da camera
Là dove i ciottoli sul greto sono ossa,
Ossa di cani.

Inigo
Del nemico odiamo ciò che non ci piace di noi–

Narzis
E questo è Freud–

Inigo
No, è Sant’Agostino…

Narzis
Cuius regio, eius religio…
Quattro secoli abbiamo impiegato in occidente
Per liberarcene.

Endy
Almeno un paio di secoli dobbiamo concedere loro-

Veronika
Andandoci di mezzo…

Narzis
Quelli non sono che abramitici
Nutriti come te d’odio insanabile
Contro la laicità.

Inigo
Sbagli e ben presto ti convincerai
Che i loro reiterati gridi e spari
Non servono che a obiettivi secolari
Di controllo territoriale
E delle risorse.

Narzis
Ma sono i convincimenti religiosi
Che li portano a sacrificare se stessi in primis.
Tra te loro e Savonarola
C’è una sola differenza,
Savonarola se avesse avuto la bomba
L’avrebbe fatta scoppiare in Vaticano,
Loro ce l’hanno
E si vede—

Inigo
Tu sei solo un logorato mentale–

Narzis
E tu un fuori dal tempo
Pronto a definire questioni etiche
I diritti civili–

Endy
Degli altri.

Inigo
Diritti? I vostri sono arbìtri,
Innaturali pretese senza senso—

Veronika
Basta voi due, piuttosto ditemi
Se quella luce laggiù porta a un’uscita
O se è soltanto—

Endy
L’ho già esplorata, freddo da palco,
Da qui non s’esce, siamo bloccati…
Endy continua parlando tra sé ma ad alta voce.
Se penso agli anni che due vite avevo
A come s’aprano e si chiudano
Si formino e si disfino le nuvole–

Veronika
Fu un meteorologo dilettante
A introdurre nell’Ottocento
La terminologia per descrivere le nuvole—

Narzis
Affascinando Constable— 

Inigo
E Shelley e Goethe…

Endy
Inventò la malinconia da sguardo in cielo. 

Veronika
Si chiamava Luke Howard e a lui
Ora va il mio pensiero.
Con lui sono già in cielo. 

Inigo vòlto verso Endy
Eppure…

Endy
Se volete controllare, andateci
Ma fate attenzione…

E ricorrendo al suo antico lessico d’operaio, per indicare l’intrico di fili che pendono dal soffitto e ricadono sul pavimento, Endy se ne esce con un

Il y a du kafka là-bas…

Inigo
Du quoi?

Endy
Du kafka… 

Narzis
Endy sta scherzando…

Veronika
Niente affatto. Anche in laboratorio
Gli inservienti per indicare–

Narzis
Un troiaio, così si dice in Italia,
In Toscana–

Inigo
Povero ebreo praghese di lingua tedesca…

Narzis
Usato per definire caos disordine
E magari anche una testa un po’ confusa–

Endy
Col mio dire sono riuscito ad allearvi,
Non mi stupisco, la sconfitta
E’ la mia cifra di battaglia–

In quel preciso istante un movimento inconsulto di Inigo smuove il groviglio di fili provocando una scintilla. Si sente una voce: “Rettifico, cari ascoltatori, i quattro sono cadaveri”.

 

La morte corre sul fiume, Charles Laughton, 1955
La morte corre sul fiume, Charles Laughton, 1955

     

 

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