Peace & Love. Luigi Paraboschi legge Simone Cattaneo

Peace & Love. Luigi Paraboschi legge Simone Cattaneo.

  

  

Ha dichiarato Henri Matisse  in “ the lost 1941 interview “ : per me, il colore è una forza. I miei quadri sono fatti da quattro o cinque colori che si scontrano tra di loro e la collisione sprigiona un senso di allegria. Quando utilizzo il verde, non intendo l’erba. Quando stendo il blu, non intendo il cielo “.

Dopo molte settimane durante le quali mi sono interrogato attorno al volume di versi di Simone Cattaneo “ Peace & Love “, ieri, leggendo questa intervista mi sono reso conto che la tecnica con le parole di questo autore è la stessa con i colori seguita da Matisse : usare una parola che nel linguaggio corrente ha un significato, per attribuirgliene un altro nel contesto di una poesia.

Riporto qui di seguito un testo:

altro che mobilità sociale
vorrei venire su quel seno al silicone che una ragazzina
mostra ballando in mezzo al locale, mi pare di avere una
collana di orecchie umane, vorrei fare il kamikaze per mettermi
in evidenza, dimostrare quanto valgo, e già la vedo dileguarsi
nei bagni a spompinare a più non posso dei suoi bastardi coetanei
sono troppo vecchio anche per questo. Esco dal locale, compro in un
supermercato una scatola di tonno e creo una sicura lama affilata.

Aspetto il primo maiale che passa.

Dunque dicevamo, a proposito delle parole da usare in senso differente da quello consueto, altro che blu che non vuol dire cielo, altro che verde che non vuol dire erba, qui ci troviamo di fronte a quella che il codice penale potrebbe definire “ istigazione a delinquere “ con quella voglia di mettersi a sgozzare il primo “ maiale che passa “, ma ce n’è anche per il codice morale e religioso quando egli manifesta il desiderio esplicito di “ venire su quel seno al silicone “ e di invidiare i di lei coetanei per le grazie dei “ pompini “ che la giovane riserva loro nei bagni.

Eppure quando si chiude questo libro ti viene proprio da dire “ accidenti, peccato che Simone Cattaneo (1974-2009) abbia scelto di andarsene da questa vita “,  perché questo volumetto che raccoglie i due precedente volumi “ nome e soprannome “ del 2001 e “ Made in Italy “ del 2009  edito da Il ponte del sale unendoli all’ultima produzione e raccogliendola sotto il titolo di Peace & Love, ci mostra un talento naturale di scrittura non facile da riscontrare nella poesia italiana del nostro millennio, e purtroppo questo talento ha deciso di tacersi  per sempre.

autoritratto

Se compito della poesia è quelli che alcuni le assegnano di testimonianza, io sono convinto che quella di Cattaneo sia una testimonianza completa, amara e sconvolgente di un cammino individuale che non ci è dato di conoscere, ma che ci mette di fronte ad un progressivo svilupparsi del sentire e di una sofferenza che è capace di passare dall’autocontemplazione del “sé” delle prime poesie (forse anche più liriche, per usare un termine che può piacere maggiormente agli appassionati tradizionalisti) ad una visione del mondo sempre fatta in terza persona, con occhio scantato ed amaro.

Faccio un esempio e prendo una delle prime poesie della raccolta che dice

me ne stavo sdraiato sul pavimento del bagno
a cantare l’unica canzone in inglese
che conosco e a sputare cercando di colpire
un piccolo ragno sul muro,
quando la forma indecisa del mio braccio mi è parsa
simile alla bacchetta di un rabdomante che si piega
in prossimità di una qualsiasi sorgente d’acqua ormai prosciugata,
e allora ho deciso che non sarei morto soffocato dalle parole
che incendiano la giornata e ci frustano il viso senza motivo
avrei bene o male tirato a campare ancora per un po’
il tempo necessario per non regalare
tutti i fiori di legno che offuscano la mia casa
a donna amate da anni e non incontrate mai

Da questi versi, specie dagli ultimi due, noi possiamo identificare il tipo di disagio, di sofferenza universale ma personale che spinge spesso un giovane (e talvolta anche un meno giovane) alla scrittura di una poesia: quelle donne amate da anni e non incontrate mai sono nell’universo poetico di moltissimi autori da Pavese a Bukowsky, e di entrambi troviamo tacce in questa scrittura, e più avanti, sempre nello stesso volume d’esordio egli dice ancora in quella che a me sembra una stupenda e lancinante dichiarazione d’amore:

ti tagli le labbra con i denti
e mi sputi sangue più o meno infetto  chissà poi da cosa,
sarà il tuo modo particolare
per scrivermi lettere d’amore e
rimango con il pomo d’Adamo imprigionato
in uno schiaccianoci a dirti solo
che è andato tutto come non avrei voluto
giuro, è andato proprio tutto come non avrei mai voluto.

La vita ci conduce dove non vogliamo, le cose si muovono in una direzione diversa da quella desiderata ed anche la poesia di Cattaneo si fa meno personale ed assume connotati direi “ generazionali “ , di cattivi incontri, di frustrazioni collettive, di immigrati e di emarginati, di alcolizzati e di drogati, donne e uomini che egli ritrae con la crudezza di certi quadri, che stanno tra  l’ambiguità violenta della pitture di Bacon e il sanguinolento dipingere di Soutine.

Non è più l’autore a ritrarre sé stesso, ma egli è un pittore che immerge il pennello dentro un blu che non vuole rappresentare il cielo, quando ad esempio scrive :

E in fondo le parole non hanno peso
sono solo un compromesso fra pietre e nubi,
un vapore brillante che ti lega a sé
come un  torrente d’acciaio in fonderia
che gli occhi non devono vedere
per non lasciarsi consumare
dalla rabbia del rame

e dentro un verde che non vuol dire erba, come qui, dove tutta lo dolcezza di un sentimento viene nascosta dietro i versi centrali che evidenzio in grassetto :

Un arazzo barocco pare l’albero
che fiero emerge da questo lago
di cui nemmeno so bene il nome
e mi vergogno di scrivere  di fronte
agli uomini che ne delimitano i confini,
nulla di me deve apparire all’orizzonte
all’infuori dell’ombra straniera di te
che sicuro pianto in questa terra
come fossa la mia bandiera.

Ho parlato della pittura di Francis Bacon a proposito della poesia di Cattaneo, e tutte le deformazioni della figura umana che questo pittore inglese ha manifestato in certi quadri,  ad esempio nel celebre “ Studio della figura di Innocenzo X “, per arrivare alla conclusione che pure il nostro poeta ha il coraggio di analizzare con crudeltà i sentimenti che talvolta si nascondono nel più profondo di ognuno di noi, composti come siano di carne ed anima, e quindi facili prede delle nostre pulsioni più terribili, come è detto con crudele cattiveria in questi versi che seguono

non mi importa niente dei bambini del Burchina Faso che muoiono di fame
non ne voglio sapere delle mine antiuomo,
se si scannassero tutti a vicenda sarei contento.
Voglio solo salute, soldi e belle fighe. Giovani belle fighe, è chiaro.
Che gli appestati restino appestati, i malati siano malati i bastardi che vivono in un polmone d’acciaio
fondano come formaggio in un forno a microonde. Buttiamo gli spastici giù dalle rupi,
strappiamo fegato e reni ai figli della strada
ma datemi una Mercedes nera coi i vetri affumicati.
Niente piani per la salvaguardia delle risorse energetiche planetarie
vorrei solo scopare quelle belle liceali che sfilano tutti i sabato pomeriggio
con la bandiera della pace. Non ho soldi e la botta è finita.
Ma sono un uomo rapace, per le vacanze pasquali
quindici milioni di italiani andranno in ferie lasciando
le loro comode case vuote.

Alla fine non sono razzista. Bianchi, neri, gialli e rossi
non mi interessano granché

Chiudo con l’amara finta cattiveria di questi versi che certamente indigneranno alcuni, ma che per me hanno il pregio di tirare fuori tutto il nascosto pensiero che spesso si cela dietro il perbenismo di molti di noi.

E, per me, l’arte ha soprattutto questo compito.

peace&love    

Simone Cattaneo è nato a Saronno il 5 febbraio 1974, si è tolto la vita buttandosi dal balcone al settimo piano della sua abitazione, sempre a Saronno, il 10 settembre 2009, a trentacinque anni. Dalle testimonianze che si reperiscono in rete apprendiamo poco della sua vita quotidiana, ma ci accorgiamo immediatamente della grande contraddizione di un uomo considerato generoso, affettuoso e bello al cui funerale erano presenti solo sei persone. Sue poesie sono state pubblicate su “Atelier”, di cui era collaboratore, “La clessidra”, “Hebenon”, “ Poesia”, “Letture”, “Graphie”, “Tratti” e “Clandestino”. E’ stato incluso nel testo curato da Giuliano Ladolfi, L’opera comune. Antologia di poeti nati negli anni settanta (Atelier, 1999). Suoi testi, con una presentazione di Roberto Roversi, sono presenti nell’antologia Dieci poeti italiani (Pendragon, 2002), a cura di Maurizio Clementi. È stato incluso in Lavori di scavo. Antologia dei poeti nati negli anni ‘70 (Antologia web di Railibro, 2004) e in 100 Poesie di odio e di invettiva a cura di Antonio Veneziani (Coniglio Editore, 2007). Il suo primo libro di poesia, Nome e soprannome, è stato edito nel 2001 nella collana di poesia della casa editrice Atelier. Nel 2008 sempre Atelier edita il secondo libro Made in Italy. L’antologia Peace&love,  per i tipi dell’associazione “Il ponte del sale”,  dove sono raccolti i due libri editi e un terzo inedito, esce ben tre anni dopo la morte dell’autore, nel 2012. La decisione di dare alle stampe questa antologia non deve essere stata facile vista la crudezza dei versi e i pesanti attacchi ad istituzioni politiche e religiose che l’ultimo libro contiene. L’intera eredità letteraria che Cattaneo ci ha lasciato consiste in questo centinaio di poesie.

cattaneoRiportiamo un breve commento di Cattaneo ai propri scritti: “Un desiderio di rappresentare la realtà mai colmato e insieme un desiderio di verità. Entro questi due termini gioco la mia poesia in un continuo rimbalzare spinto da un motore sconosciuto, in uno spazio privo di giustificazione e intriso di mistero.

 

Hanno detto del suo “Nome e soprannome”:

«Questa modalità umana e poetica di percepire la matericità del reale conduce l’autore ad una scrittura secca, decisa, lontano da ogni inflessione sentimentale. L’essenzialità stilistica si ricollega alla lezione del primo Magrelli e all’opera di De Angelis, ma soprattutto al magistero della letteratura russa di inizio secolo»

Giuliano Ladolfi, 1999

«Nome e soprannome è un testo dalla pronuncia scabra e disadorna, dove qualunque tentazione lirica è spenta e trasfigurata nella lucidità di uno sguardo che disegna con cruda e drammatica essenzialità una piccola fenomenologia dell’esistenza mancata, del non amore, dell’impossibilità, della finzione»

Roberto Carifi, 2002

«Gli occhi perplessi e increduli di Buster Keaton, la violenza dello splatter, l’intimità esistenziale di Montale e la chirurgia psichico-linguistica di Benn, sembrano modellare lo spessore di questi versi composti da parole- fendenti, tese e, allo stesso tempo, coinvolgenti e calde. Piombo, rame, acciaio, ferro, mercurio. Ma anche sangue, labbra, denti, brandelli di corpi mutilati e “sacralizzati” da una feroce intimità, sono le parole chiave che aiutano a rimanere ancorati alla trama registica di questo piccolo, ma intenso “primo” libro di poesie di Simone Cattaneo»

Stefano Raimondi, 2002

«Cattaneo perlustra, in vece nostra, la soglia del dolore, là dove si fa indicibile perché raccapricciante o semplicemente sciatto e poco vendibile. Le anime spezzate, dimezzate che appaiono in penombra nel suo romanzo di provincia sono le stesse che ci passano accanto ad ogni crocicchio, siamo noi stessi, nel momento in cui penetriamo gli spazi maledetti della noia, dell’indifferenza ad ogni stimolo, ad ogni affetto»

Federico Italiano, 2002

«Ma, un momento!, c’è anche qualcosa di infernale (nel senso di cose che bruciano, anzi, più che bruciare, ardono) in questi testi, e di terribile […]. Quindi la puoi ascoltare – questa poesia – detta o cantata mentre vai sull’autostrada e l’hai messa in moto sul registratore; ma accade a un certo momento che entrano violentemente, o improvvisamente in giuoco, frasi che ti colpiscono come pugni allo stomaco»

Roberto Roversi, 2002

3 thoughts on “Peace & Love. Luigi Paraboschi legge Simone Cattaneo”

  1. Credo che in poesia la verità sia essenziale, Cattaneo non usa mezzi termini per questo mi piace nonostante il disagio che i suoi versi mi arrecano.
    E’ bella poesia? Non so, sicuramente molti storceranno il naso ma io dico che quando le parole penetrano il piacere è tangibile.

    Grazie Luiss e complimenti per questo articolo.

  2. Bellissima analisi, molto articolata, che coglie nella dissolutezza dele parole lo stesso male di vivere dell’autore così pervicace che mette a disagio.Questo disagio fa la differenza perchè in Catteneo non c’è niente di intellettualistico , e quindi niente degli italiani, piuttosto trovo congrua la vicinanza con i poeti russi del primo novecento.
    Narda

  3. mi complimento con te per l’ottima lettura, certo era un poeta molto diverso da tutti gli altri: la cattiveria non era finta, scriveva quello che vedeva, la crudezza nemmeno, probabilmente combinate alla forte sensibilità presente in ogni (raro) vero poeta ha prodotto un mix distruttivo per la sua persona. E’ Cattaneo e basta

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