Periferie, editi e inediti di Ilaria Boffa

Periferie, editi e inediti di Ilaria Boffa.

     

    

ilariaIlaria Boffa è nata il 6 gennaio 1972 e vive a Padova. Laureata in Economia, lavora in ambito educativo per un’organizzazione multinazionale no profit. Ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie Spaces nel 2015 e nel 2016 The Bliss of Hush and Wires / Periferie con Samuele Editore.

Qui presentiamo due inediti in italiano e inglese e un edito, sempre bilingue, da The Bliss oh Hush and Wires, scritture, come le definisce l’autrice, simboliche e “visionarie”.

Ilaria trova la propria ispirazione nell’ascolto della musica e ci consiglia i brani musicali da utilizzare come sottofondo per un’esperienza più “efficace”, dunque in coda all’articolo troverete due album dei Cold memories che potrete ascoltare per accompagnare la lettura del terzo scritto.

    

   

    

untitled #2

It was with the swirl of figures that
the mosquito net imprisoned her.
The interest in statistics
a fade-out.

Belonging entails patience
a future past unfolding
hunted by hounds
undaunted.

In the mystic of domestic life
hearts can be tore asunder.

What will become of us?

(             shh                 )

     

Senza titolo #2

Col turbinare dei numeri
rimase imprigionata nella zanzariera.

L’interesse per le statistiche
in dissolvenza.

Appartenere richiede pazienza
un passato futuro che si svolge
braccato da segugi
instancabili.

Nella mistica della vita domestica
si squarciano i cuori.

Cosa sarà di noi?

(             shh                 )

     

***

untitled #5

We visited the city of stone
its paleolithic calls.

Forgotten the heritage
of the community
the birth, the pack.

Is it true that we are bound
to sharing economies?

Sometimes when the light
rapes the eyes in the darkness
resentment gets back.

I see the handmade guitar
sold for nothing.
You yelling
at my complaints.
The family and the void.

Who will comfort the       e   a   r   t   h.

     

Senza titolo #5

Abbiamo visitato i Sassi
il loro richiamo paleolitico.
Avevo dimenticato il legato
della comunità
la nascita, il branco.

Siamo forse diretti
verso economie della condivisione.

A volte, quando la luce
violenta gli occhi nell’oscurità
torna il risentimento.

Vedo la chitarra fatta a mano
venduta per un nulla
le tue urla
alle mie proteste.
Il vuoto nei legami familiari.

Chi conforterà la       t   e   r   r   a.

    

***

Da The Bliss of Hush and Wires / Periferie

     

Electronica

(listening to Atom TM, Cold memories)

     

I.

Part 1. Cold memories. Slow motion.
In the woods, hearing owls, their annoying call.
Then water, carved rock, limestone.
Someone’s nailing something and he’s
satisfied, good job.
Who’s lost? She’s running and tripping
over roots. Why? He’s looking for tools.
Limestone tears. When you hear the voices
try to be quiet. Is there a baby crying?
She’s almost dozed off, but the man is still busy, working.
The bells for the funeral. A phone’s ringing.
Need to lope again. They do not want her to cross the river
there is no innocence and no sanity.

Lay them down on the ground, waiting. Shh.

     

II.

Part 2. Shh. The man is back
carrying squared metal bars.
Peace in the universe, limestone tears.
She stands up and shakes off, her hands, water.
Soles of the feet, ankles, knee socket,
still immersed. Suddenly floating. No fear
of drowning, peace in the universe.
There’s a rope dancing with the current, gently.
Grab it! The man is uncoiling.
The metallic sound weakens. It’s time to go.
Is he begging? Too much noise now
too many tools. Why meet?
A train is near, she could jump on and disappear.
And nevertheless she stays, sinking in secretly quicksand.
Toward a minimal world, bound to silence.
The man looks down again, a last time before parting.

Water, limestone tears.

     

III.

Sensations.

Unrelated vivid pain.

    

*

 

Elettronica

(ascoltando Atom TM, Cold memories)

   

I.

Parte 1. Cold memories. Slow motion.
Nel bosco, i gufi, un richiamo fastidioso.
Poi acqua, la roccia scavata, calcare.
Qualcuno sta inchiodando qualcosa
soddisfatto, bel lavoro!
Chi si è perso? Lei sta correndo e inciampa
sulle radici. Perché? Lui cerca i suoi attrezzi.
Lacrime di calcare. Quando senti le voci
cerca di far silenzio. È un bimbo che piange?
Lei quasi assopita, l’uomo ancora occupato, leviga.
Le campane per il funerale. Un telefono sta suonando.
Meglio ripartire. Loro non vogliono che attraversi il fiume
non c’è innocenza né saggezza.

Lasciali a terra, aspetta. Shh.

     

II.

Parte 2. Shh. L’uomo è tornato,
trasporta barre di metallo.
Pace nell’universo, lacrime di calcare.
Lei si alza e trema, le sue mani, acqua.
Le piante dei piedi, caviglie, gli incavi delle ginocchia
immersi. Improvvisamente fluttua. Nessuna paura
nell’affogare, pace nell’universo.
C’è una corda che danza delicata.
Afferrala! L’uomo sta srotolando.
Il suono metallico si è affievolito. È ora di andare.
Sta forse implorando? C’è troppo frastuono ora
troppi attrezzi. Perché incontrarsi?
Un treno è vicino e lei potrebbe scomparirci.
Tuttavia resta affondando nelle sabbie mobili.
Verso un mondo minimale, diretto al silenzio.
L’uomo guarda giù ancora, un’ultima volta.

Acqua, lacrime di calcare.

     

III.

Sensazioni.

Dolore animato.

***     

     

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