Piccolo trattato sulla felicità, poesie di Italo Testa
c.g.
hai la scelta tra essere felice
o triste
e hai scelto
anche se non sai bene cosa:
nel corridoio // allontana
gli occhi nell’ombra
// inquadra
nel corridoio // stringe
il griogioazzurro
l’immagine // rastrema
e la voce
poi gli occhi ancora
e la voce
***
je te laisse rêver
de charlotte gainsbourg
// allontana
finché il tempo scioglie
i moduli spaziali tornano
alle loro orbite
nell’ellissi:
hai la scelta tra essere
felice o triste
e hai scelto
il vettore di luce, a ventaglio
// apre
scorcia la scala in ferro
in bande d’acqua
// fugge
***
la parentesi // apre
due diversi
// spalanca
la cucina sul retro
in attesa, messo tra parentesi
// guarda il rovescio
tutta la notte
// ascolta
***
je te laisse
rêver de charlotte gainsbourg
// allontana
l’asimmetria del volto
// zooma
sullo sguardo perso
nel pomeriggio
e i giorni che abbandoniamo
sono i giorni
che non avremo reso
il grigioazzurro pulsa
in fondo al corridoio
// allinea il verdegrigio
// allontana
***
hai la scelta tra
essere felice o triste
anche se
non sai bene
// confonde
i pendagli allo specchio
e il peltro
il verdegrigio // allontana
sparisce il prima e il dopo
***
lasciata la stanza
non era più lei
l’albero fruscia
senza nome
scorre tra le gambe
lasciata la stanza
l’ailanto e la sua falce
// oscilla
***
charlotte gainsbourg
je te laisse rêver de
// arretra
tra le porte di vetro
il posacenere in mano
due, tre passi
// cancella
gli occhi contornati
fino a che la cenere
***
e i giorni sospesi sono i giorni
in cui non troviamo posto
i giorni sospesi
// allontana
la cenere siderale
nel varco o nell’attesa
// separa
***
hai la scelta
tra essere felice
o triste
e hai scelto:
// cammina
sulla strada
l’adolescente sfrontata
e hai scelto
tiene per mano una bambina
// cammina
anche se non sa bene dove
ha scelto
[da: Tutto accade ovunque, Aragno, 2016]
anche queste onde non le possiedi,
e la corrente che ci porta al largo
quando una colata d’oro ci fonde
nell’acqua, al tramonto
o i frangenti bassi, in frequenze
scandite da un metronomo nascosto
e la linea di schiuma che si forma,
si frange e ritorna
così aspettiamo l’onda che ci porta
con l’occhio l’inseguiamo a filo d’acqua
fino a che alle spalle ci sorprende
la cresta iridescente
anche questo vento non lo conosci
che ci fascia la schiena e ci cuce
sulla pelle una cintura di sabbia,
una muta di sale
e un’onda ci sorpassa dopo un vano
inseguimento, un’altra si lascia
prendere, ci sostiene fino a riva,
un’altra ci travolge
anche questa sconfitta ti appartiene
sbalzati su una lastra di luce
cadere sottomare, già travolti
e lasciarsi andare,
poi risalire onda dopo onda,
a forza di braccia riguadagnare
il largo con l’abbandono felice
di una preda del mare.
***
lara, i gigli
dovevo apprendere la meraviglia
se un giorno, guardando dalla finestra
ho visto nel sole tua figlia,
correre incontro ai gigli già sbocciati,
negli occhi una letizia, una festa
che solo vergogna era il malumore
di fronte agli occhi chiari, spalancati
sull’incanto pauroso delle ore:
dovevo apprendere la dedizione,
il candore feroce delle mani
per cui le cose sono nuove e buone
e senza nome è il frutto del domani.
***
ecco, minima cosa spaurita
la luce che ti ferisce è anche gioia
non dimenticarlo, quando vedrai
del bicchiere che colmano i giorni
solo la parte vuota: i contorni
brillano di luce propria, la vita
divide il tuo letto anche quando vai
per una strada umida e ignota.
[da: L’indifferenza naturale, Marcos y Marcos, 2018]
sbadatamente
una bottiglia di plastica, tagliata
a metà, sul ripiano del lavabo
mi hai lasciato, quando te ne sei andata,
per innaffiare il nostro amore:
ma io mi dimentico, ed evado
le tue consegne, di giorno in giorno
la luce si ritira, io me ne vado
lasciando i nostri fiori in abbandono,
e così, sbadatamente, continuo
a camminare per le strade, solo,
a fuggire, allarmato, dal tuo bene,
per rincasare, affranto, a sera
scoprendo la felicità inattesa
delle tue piante ancora vive, e nuove.
[da: La divisione della gioia, Transeuropa, 2010]
Italo Testa, poeta, saggista e critico, vive a Milano. Tra i suoi libri di poesia: L’indifferenza naturale (Marcos y Marcos, 2018), Tutto accade ovunque (Aragno, 2016); I camminatori (Premio Ciampi – Valigie Rosse, 2013), La divisione della gioia (Transeuropa, 2010) canti ostili (Lietocolle, 2007), Biometrie (Manni, 2005), Gli aspri inganni (Lietocolle, 2004). E’ compreso nell’antologia di poesia europea Grand Tour. Eine Reise durch die junge Lyrik Europas (Hanser, 2019). Direttore della rivista di poesia, arti e scritture L’Ulisse, è cordinatore del lit-blog leparoleelecose. Ha curato presso l’accademia di Belle arti di Brera il laboratorio da>verso: transizioni arte-poesia, dedicato all’interazione tra linguaggi multimediali e arte contemporanea. Insegna filosofia teoretica e teoria critica all’Università di Parma.