Poesia Portale Sud, reportage di Rossella Tempesta
Poesia Portale Sud è un progetto nato dalla necessità di offrire un’amplificazione alle tante voci poetiche del Sud, un Sud in cui, innegabilmente, ancora mancano i mezzi editoriali e i centri di promozione culturale che dovrebbero diffonderle.
Allora si è pensato a far buon uso di un social virale com’è Facebook per presentare i volti , i versi, le biografie di quanti , tra i poeti contemporanei, abbiano origine, vivano o siano vissuti da Roma in giù, fino in fondo allo stivale.
E intanto abbiamo anche scritto un libro, che raccoglie quattro voci meridionali, quella di Giuseppina De Rienzo quella di Valerio Grutt, del curatore Edoardo Sant’Elia e la mia stessa; un libro che contiene il manifesto –qui riproposto- del progetto scritto per tutti noi da Edoardo Sant’Elia ed è pubblicato dall’editore salentino Terra d’Ulivi.
Questo libro è un testimone, che come in una ideale staffetta, portiamo in giro per l’Italia, con reading aperti ai poeti residenti.
Visitate e mettete il vostro like alla pagina Poesia Portale Sud, divulgatela, godetevi le voci e i volti dei poeti e proponetene altri.
Rossella Tempesta
POESIA PORTALE SUD
Esiste un pubblico per la poesia?
Tracciare un percorso della poesia contemporanea nell’Italia meridionale basandosi sulla forza delle voci, cogliendone tanto la contiguità antropologica quanto le diversità irriducibili.
Il Meridione, la sua natura violata e inviolata, i suoi luoghi così invisibilmente presenti e così segretamente visibili, come campo d’indagine privilegiato per far emergere la poesia che c’è, senza inutili trionfalismi né patetici vittimismi e senza pretese di esaustività.
Una poesia capace di andare oltre i modelli primo o tardo novecenteschi, oltre i vezzi e le modalità di un dettato che si morde la coda, riavvolgendosi continuamente su sé stesso.
Una poesia non da interpretare ma da ‘sentire’, non da analizzare ma da ‘com-prendere’: è chiaro che nel sentire e nel comprendere la parte della ragione fa tutt’uno con la ricezione, sia essa immediata o mediata.
Nella fiera del postmoderno, nell’accumulo spesso scomposto dei gerghi (delle merci, delle occasioni), servirsi di ogni spunto, frase, modo di dire, luogo comune, citazione alta, in grado di rappresentare e rilanciare con i mezzi dello strumento poetico la complessità inesausta del reale (fisico e metafisico).
Uscir fuori dal bozzolo del ruolo di ‘poeta’, tagliando i rami secchi di una presunzione ormai fuori tempo; buttar giù la poesia dal cocuzzolo di una montagna dove nessuno sale, e per paura dell’altezza e per ignoranza delle vette; una montagna glabra, senza radici, che ignora le altre cime e si consola respirando la polvere immaginaria di passi che appartengono ad un passato ormai remoto.
Mettere in comunicazione opposti universi, umanistico e scientifico, saggistico e creativo, di parole e di immagini, e travasarli nel proprio involucro: senza omaggi interessati, senza scappellamenti furbi, piuttosto con il sano cannibalismo di un linguaggio, quello poetico, da riportare coi piedi per terra ma a cui – ancora una volta – chiedere tutto.
Il linguaggio, comunque, non come feticcio da idolatrare, come strumento ultimo e primo del comporre, ma come veicolo espressivo plasmato secondo necessità e capace di trasmettere una discutibile, icastica personalissima visione del mondo.
Poesia: dentro la letteratura, oltre la letterarietà; veicolo di idee, non portaborse di significati; radar ricettivo, non organigramma del presente; fisiologia stilizzata del ritmo, non insistita respirazione artificiale; chiarezza profonda in luogo di superflua oscurità.
Esiste un pubblico per la poesia?
Edoardo Sant’Elia
Non so se esiste una poesie del sud, so che esistono tanti sud che fanno e sono poesia. E tanti che vengono dal sud e fanno e sono (cercano di essere) poesia altrove: e io sono tra questi, nato a Bari da genitori pugliesi, ma da sempre a Roma. E da sempre mi domando se le mie poesie sono, per strane vie, figlie della sensibilità e della terra meridionale: e quale possa mai esserne il valore, se pure.
Certo che esiste la poesia al Sud, soprattutto esistono i poeti e in particolare esistono le donne che scrivono poesia. Qualcuno dice che sono talmente tante che non vale la pena neanche di censirle. Personalmente mi trovo tra queste ultime e consentitemi che è una faticaccia, soprattutto se chi scrive poesia non la considera solo un modo per mettersi in mostra. Quanto al fatto se si possa parlare di una poesia specifica del Sud, è inevitabile che chi vive al Sud ne avverta la condizione, e ciò si rifletta anche in ciò che scrive. Ma nello stesso tempo può scrivere poesie dal valore universale, che potrebbero essere scritte in qualsiasi altro punto della Terra. Aldina Mastroianni