Carne da cannone, poesie di Ilaria Pamio (Lila Ria).
P.N.
“gambe magrissime bionde
ballavano sopra teste impazzite
la schiena curva in avanti
a far l’amore col microfono
una voce roca tutt’attorno
la foga di un giaguaro
come quell’uomo con lo spirito d’un indiano
vibrazioni nella pancia
e un’abat-jour nell’angolo”
(post concerto di Paolo Nutini)
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Cadeau, Regalo
(a Pierpaolo Capovilla)
Queste maniche rugose
d’un’elegante giacca
prolunga del leggio
colmo di cuori scritti a macchina
e le sonorità elettroniche
mischiate alla sua faccia mobile/alla sua bocca
a quella voce intimamente incisiva
che trasformano la sala in un teatro d’altri tempi
denso di gente vestita a festa
in cui il fumo del tabacco divora l’aria*
*Vladimir Majakovskij
(Pierpaolo Capovilla è il cantante de “Il teatro degli orrori”. Scritta dopo la sua esibizione al Museo del Tessile a Busto Arsizio)
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Carne da cannone**
“Siamo solo carne da cannone/
Che gronda dagli alberi/
In attesa di sporcarsi con la terra.
E lasciarsi divorare/
Da bocche sconosciute/
Il tempo di due tramonti, di un lungo sonno”
(**citaz. Afterhours”Neppure carne da cannone”)
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Dente
“Lui con quelle sue gambe sottili
e il viso di una bellezza incompiuta
la mia sedia in prima fila
il rossetto, il mancato mojto non achilometrozero
e le sue battute
come venti tiepidi
nel mezzo delle canzoni,
quei corpi giovani, il freddo
i suoi capelli ingombranti”.
(“Dente” – post concerto al Twiggy di Varese)