L’angelo delle tenebre, poesie di Giorgio Linguaglossa

L’angelo delle tenebre, poesie di Giorgio Linguaglossa.

   

   

L’Angelo delle tenebre 

«Per rinascere!». E precipitò dal cielo.
La luna d’alabastro brillava. Un grido
acutissimo attraversò la notte. Precipitò giù
l’Angelo delle tenebre  e atterrò
sullo spartito del musicista, prese
comoda dimora del leggio, tra i fogli
della quinta sinfonia di Beethoven.

Il Signor K. entra dalla finestra, piega le sue ali nere
dietro le spalle. Si siede.

«Ho preso stabile dimora in questo
pianeta chiamato Terra, in questo divano
dai comodi braccioli, del resto,
questo luogo è la moneta più stabile,
quella dell’impero, intendo, l’immortalità
tanto cara a voi umani.
Veda, Signor Cogito, l’idea dell’immortalità
ama la stabilità, l’immobilità, è analoga
alla moneta corrente. È un’idea corriva, lo so, e anche
un po’ oziosa. Non crede?»
Il suo occhio di vetro saltellava.
«Per rinascere, sono dovuto morire.
La morte è una gran corbelleria. Non crede?
In verità, sì, sono disperato. Sono solo.
Non ho altri che voi».
«Vostra Maestà», replica il violinista
«io sono qui, a Vostra disposizione».

Sulla testa del Signor K. c’è un cappello rosso.
calza scarpe italiane di vernice
un elegantissimo frac avvolge il corpo
magrissimo.

«Per rinascere, sono dovuto morire».

*** 

Il ritorno del Signor Cogito

Si narra che davanti a Cartagine data alle fiamme
Scipione si commosse, pensò che un giorno
una sorte analoga potesse arridere anche a Roma.

È mattino. La polizia segreta ha rilasciato il Signor Cogito.
Adesso torna a casa il Signor Cogito.
Apre la porta, chiude la porta a chiave,
gira bene la chiave nella serratura,
si siede in poltrona
e apre il giornale. Legge le notizie del giorno.
Ora può attendere un’epoca migliore.
Sì, c’è sempre la speranza di un’epoca migliore.

Fuori della finestra azzurra c’è un agente della polizia segreta
che lo sorveglia. Passeggia. Fuma una sigaretta.
C’è aria di primavera.
Profumo di fiori di gelsomino. 

***

Wartezimmer

Tre squali nuotano nella piscina.
Un dado rotola sul tavolo.
Wartezimmer. Tre Signore dal lungo collo
guardano attraverso la porta.
Alla parete un nudo femminile accoglie
gli ospiti del sonno. Un uccello di fuoco
si spegne e diventa di cenere.
Entra la redingote del Signor K.
Entra un viaggiatore che ha perso la coincidenza.
Una tigre che non c’è sbadiglia.
Una Signora ripassa il rossetto sulle labbra.

                                  

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One thought on “L’angelo delle tenebre, poesie di Giorgio Linguaglossa”

  1. Nella Quinta Sinfonia le quattro note iniziali, secondo lo stesso compositore L. v. Beethoven, rappresentano “il destino che bussa alla porta”. Nel finale della Sinfonia la musica esprime la vittoria dell’ottimismo e della certezza morale sul destino. Quale composizione musicale sarebbe più adatta all’Angelo delle Tenebre che, nella prima poesia di Giorgio Linguaglossa, precipita dal cielo sulla terra proprio sullo spartito di questa celeberrima composizione?
    «Per rinascere, sono dovuto morire». E’ questo il destino? E noi umani?
    Ma l’ottimismo trionfante della Quinta fa sì che il signor Cogito si abbandoni alla speranza di un’epoca migliore.
    “Un uccello di fuoco si spegne e diventa di cenere.” Igor’ Stravinskij”, nella sua splendida composizione per un balletto, rende questo fatato uccellino capace di vincere la lotta tra il bene e il male solo con il potere di una sua piuma.
    Potere infinito della musica.
    Complimenti a Giorgio Linguaglossa per le sue poesie fascinose e dense di cultura.

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