Poesie di una nonmadre, di Tiziano Fratus. Con una nota dell’autore.
Tiziano Fratus nasce a Bergamo nel 1975. Figlio di un falegname e di una donna a servizio, coltiva fin da bambino una certa predisposizione alla solitudine, attraversando le foreste di conifera della California e delle Alpi perfeziona il concetto di Homo Radix, una pratica quotidiana di meditazione in natura e la disciplina della Dendrosofia. Nell’arco di due decenni pubblica una corposa costellazione editoriale che lo caratterizza come una delle voci più attente ai confini semantici e poetici di una riconciliazione fra umano e natura. Fra le sue opere si ricordano i silvari Il bosco è un mondo (Einaudi), Manuale del perfetto cercatore d’alberi (Feltrinelli), Ogni albero è un poeta (Mondadori), Il libro delle foreste scolpite (Laterza), I giganti silenziosi (Bompiani),L’Italia è un bosco (Laterza), il testo meditativo Il sole che nessuno vede (Ediciclo) e la fiabelva gotica Waldo Basilius (Pelledoca). In qualità di poeta la sua voce è stata tradotta in dieci lingue, pubblicata in molti paesi e presentata in diversi festival, fra nord e sud America, Europa e Asia; recentemente la sua produzione è stata raccolta in Poesie creaturali (Libreria della Natura). Collabora col quotidiano «Il Manifesto» e conduce il programma Nova Silva Philosophicaper Radio Francigena. Ha inoltre all’attivo numerose mostre fotografiche. Vive nella campagna piemontese, laddove si esaurisce la costanza della pianura e si snodano le radici delle montagne. Sito: Studiohomoradix.com
Appartengo alla schiera di quei figli e di quelle figlie che hanno avuto una madre che non voleva essere una madre, o non hanno saputo fare quel che ci si attende, da una madre. Quando ero ragazzo ho provato anche odio nei suoi confronti. Poi il tempo ha operato, i punti di vista si sono sciolti. Oggi provo soltanto tenerezza, e un misto di sentimenti che per pudore probabilmente è meglio tacere. Non tutto va sempre esplicato, anzi.
Nel recente Poesie creaturali – Un bosco in versi, pubblicato dalle edizioni della Libreria della Natura di Milano, che abbraccia circa vent’anni di dedizione alla scrittura in versi, ci sono alcune liriche che hanno per protagonista la Non-madre, una madre opposta, riversa, esplosa. O forse sarebbe meglio negata e dispersa. Appartiene alla galleria delle figure incomplete, alle presenze che non potranno forse mai essere completamente definite. È, a suo modo, una voce misterica che compare e scompare. Carsica. TF
MATERNITÀ OPPOSTA
All’imbrunire
le madri si avvicinano
ai letti dei figli e lasciano
un seme d’acero, ad elica,
sotto il materasso. Poi attendono
il manifestarsi del buio e a mani giunte
piangono, perché sanno che la notte è lunga,
non porta consiglio, come dicevano gli
anziani, e non porta sollievo.
Spiano i figli respirare nel
sonno e si chiedono
se saranno teneri,
saranno sciocchi
saranno felici
o spietati ?
Sapranno
evitare l’illusione ?
O peggio : non ne
avranno
affatto
*
SINGOLA APPARIZIONE DI NONMADRE
Sta
seduta,
spirito elettrico
e cardine di mondo.
Una presenza e un luogo.
Dietro il paesaggio una città.
I capelli appena scossi dai turbamenti
della mattina, dura come una pietra a cui
ci si aggrappa per non precipitare.
Dietro spira il vento – è gelo,
strapiomba dalle montagne.
Nelle vetrine dei negozi i
bambini non riescono
a vedersi riflessi,
dicono
Stamattina
c’è un difetto nella luce.
Lei li vorrebbe abbracciare,
li vorrebbe contare,
uno alla volta,
mettere in
ordine,
come
la
madre
che non sa
diventare, tutti
in separata distinzione
*
Scrittura tradizionale ma sapiente e severa nelle rese tonali.
l’albero e la madre, felice leggerne conoscendone di coraggiose