La geografia è un destino: Barbieri, Sassetto, Severi, Zironi

Poesie da La geografia è un destino, spettacolo teatrale del Gruppo 77:
Daniele Barbieri, Francesco Sassetto, Stefano Severi, Claudia Zironi.

   

  

Il pesciolino d’oro

di Daniele Barbieri 

   

giù, sempre più giù, in quell’acqua, quarantuno metri d’acqua,
l’acqua che realizza i sogni, che esaudisce i desideri,
che ci trascorri le ore, a chiamare sulla battigia,
che già tra le onde prendono forma i tuoi desideri,
non chiedi di essere papa, o Dio, sarebbe sufficiente
stare a galla abbandonare il barcone assassino, vivere
qualche centinaio in più, donne, bambini, amici, sino
all’altra sponda

***

Ai respinti di Lampedusa il popolo italiano
porge sentite condoglianze

di Francesco Sassetto

    

Da giorni sui giornali, a pagine intere colorate, su Youtube,
alla tivù le ricostruzioni, le interviste, le scene minuto
per minuto dell’accadimento, per il dovere di informare,
per documentare, con il gusto antico della pietà
a buon mercato e dell’accanimento.

Così il popolo italiano può ammirare dettagliatamente,
può levare ad alta voce angoscia sdegno smarrimento
e poi girare un’altra pagina dell’orrore abituale, dopo
il pianto unanime sul disastro immane si può tornare
all’IMU, alle funzioni del nuovo cellulare,
alle partite sul satellitare.

Il popolo italiano sempre innocente, sono loro, quelli che stanno
al Governo e in Parlamento, che hanno fatto le leggi
sui respingimenti, loro hanno firmato i trattati con Gheddafi,
e poi è evidente che tutta questa gente qua
non ci può stare.

Ve l’hanno detto  mille volte di cessare ostinati di affollare
quei costosi barconi colabrodo a cercare chissà
quale Eldorado, ve l’hanno ripetuto mille volte che per voi
 non c’è né casa né lavoro, la crisi è globale, le fabbriche
chiudono o vanno da altre parti, per voi qua
non c’è niente da fare.

Sì, lo sappiamo che scappate dal terrore del fuoco e della fame,
da epidemie e carestie e sabbia che s’inghiotte tutto,
dai pozzi d’acqua recintati da mitragliatrici, ma noi
cosa c’entriamo, che ci possiamo fare?

Noi restiamo qua sgomenti a contemplare le scarpette
ancora a galla, le bianche file delle bare e spargiamo
fiori e lacrime amare sui vostri corpi in fondo
al nostro mare che somiglia ormai a un cimitero,
una discarica ancora da colmare.

Noi dalle nostre rive sfogliamo stancamente il giornale
che già annuncia nuovi barconi in avvicinamento, assuefatti
alla compassione ad intermittenza, noi coristi del coro
che grida forte e freme

e tace nuovamente il giorno dopo.

***

NINNA NANNA DEL RIFUGIATO
Per Abraham e per i suoi Fratelli

di Stefano Severi

    

Temi l’acqua, temi  la terra,
temi l’oro dell’uomo in guerra,
temi il mare, temi la sabbia,
temi il sole di un mondo in gabbia,

temi lo scherzo,  temi il sorriso
di ogni bambino dal cielo diviso,
temi la mamma, temi la casa
dal pavimento di onde invasa.

Nel letto di denti la luna è già piena:
dormi nel ventre della balena.

Buonanotte.

***

il civile sbarco a lampedusa del 3 ottobre 2013

di Claudia Zironi

   

tutti in fila come i bambini
tutti in fila come a scuola.
fate i bravi soldatini!
mettetevi in fila per la marcia.
alla fermata, ben educati
tutti quanti formate la fila.
tutti in fila sulla banchina
uomini e sogni
nei sacchi di plastica

               

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