Primavera, editoriale di Giulia Niccolai

Primavera, editoriale di Giulia Niccolai.

       

Spring in inglese, primavera in italiano, ma anche molla, e to spring, saltare.

Summer in inglese, estate in italiano.

Fall in inglese, autunno in italiano, e to fall, cadere.

Winter in inglese, inverno in italiano.

Così le due mezze stagioni, non danno solo:

primavera
estate
autunno
inverno

ma anche:

saltare nell’estate
cadere nell’inverno

un gioco di parole convincente, perfetto.

La primavera ci dà l’energia per saltare con gioia nell’estate e la felicità estiva ci fa in qualche modo cadere verso il buio e il freddo delle giornate invernali.

Da vecchi però non è così semplice.

Già mi pare di sentire dei commenti di disapprovazione perché ho usato la parola vecchi” e non “anziani”.

Da “vecchi” sul serio, non si ha paura di usare la parola “vecchi”, se la vecchiaia la si riesce a vivere come esperienza (che insegna moltissimo) e non come dannazione, delusione, fonte di rammarico e umiliazione.

“Anziani” è troppo generico e sfuggente. Non dice niente.

E’ da giovani che si ha paura della vecchiaia, quando ci si arriva (ne ho compiuti ottanta, vutanta in dialetto milanese), ogni anno ti fa prendere coscienza di quanto di meno riesci a fare in rapporto all’anno precedente.

Una statistica comica e umoristica.

(Per Sogyal Rinpoche l’umorismo è: trovare spazio dove spazio non c’è. Qui non si può che essere umoristi).

Per mia fortuna sono buddhista convinta da trent’anni. Persino il morire non mi fa più paura. Lo penso come a una sorta di cambio d’abito.

Confesso però che, da giovane, non ho mai pensato alla mia vecchiaia.

L’avevo rimossa come se non potesse capitare a me.

Quando mi sono resa conto di questa mia fuga dalla realtà, mi sono sentita irresponsabile, e ho voluto chiedere agli amici coetanei come si fossero comportati loro.

Per mia fortuna, nessuno ci aveva mai pensato, nessuno se l’era immaginata.

Da vecchi – dicevo – non è così semplice “saltare”.

La primavera ti pesa come un’energia troppo forte alla quale non riesci a star dietro.

Arranchi a passettini e con la lingua fuori.

In compenso è facile “cadere” nell’inverno anche per via dei muscoli delle gambe, sempre più deboli – per la vecchiaia – e per le medicine che si è costretti a prendere per restare vivi.

E questo, è un bel bisticcio di parole.

Questo testo si apre con un gioco e si chiude con un bisticcio. Qui sono quasi la stessa cosa.

G.N.

                           

Frida Kahlo Albero della speranza mantieniti saldo 1946 - in apertura Viva la vita 1954
Frida Kahlo Albero della speranza mantieniti saldo 1946 – in apertura Viva la vita 1954

2 thoughts on “Primavera, editoriale di Giulia Niccolai”

  1. Gentile Giulia Niccolai, ho letto il suo editoriale con piacere e con condivisione anche se non riesco ancora a dire che sono vecchia faccio già tanta fatica a “saltare”
    Un caro saluto
    Marilena

  2. Una volta si era vecchi (soprattutto vecchie) e si moriva a quarant’anni, ora si è vecchi a ottanta, forse per questo non si pensa alla vecchiaia: sembra ci sia “tanto tempo”… e poi “santa medicina” aiuta a restare vivi, anche se i muscoli vorrebbero cedere… Sì, un bel pasticcio, ma l’ironia del tempo è che pare sia regolato a due velocità: prima è lento, poi galoppa: lui sì che ha buoni muscoli.
    Rosanna Spina

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