Proposte poetiche (alquanto… libere) sul tema “sacro e profano”, di Loris Maria Marchetti.
Saint-Germain-des-Prés
La più trepida e umana chiesa al mondo
sta là, è la più vecchia di Parigi
la più arricchita di esperienze.
Cartesio ancora dalla tomba
esorta e tiene vivo il dubbio,
custode della mente. Non distante
è la memoria del poeta
concretata nel marmo da Picasso:
vero suo figlio è Apollinaire,
il cantore dolcissimo e beffardo.
All’intorno dei fianchi della chiesa
esala il misticismo d’una profana
condizione della vita. Ma la porta
è aperta a tutti e, reclinato il capo
sopra un banco centrale,
un beatnik si riposa o si distrugge
meditabondo.
Questo
si può incontrare a Saint-Germain
dove l’uomo è integrale
e il divino lo attende senza scandalo.
da Il prisma e la fenice, Forum 1977
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Musica della vita1
Di splendore statuario la sposa
dalle chiome corvine ed inguainata
nel più abbagliante abito candido,
inappuntabile lo sposo
pienamente adeguato, per tacere
di testimonî e damigelle…
Ma dal suo sito defilato la maestra
del coro, in jeans turchini ultimo strappo
e lucente giacchettina di pelle
color crema – chi l’avesse notata –
coi suoi riccioli rossi e dionisiaci
ed il corpo fremente di ritmica passione,
offriva un controcanto irresistibile
al tema pur superbo della sposa.
da Stazioni di posta, Edizioni dell’Orso 2007
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Terza decade di un febbraio
Nella chiesa
del Santissimo Nome di Gesù –
edificio senza pretese d’arte
o di pregio, d’accordo –
sotto la vetrata con il Cristo
che Giovanni battezza
(cappella di destra, interdetta
ai fedeli ma perfetta
come magazzino e ripostiglio)
ancora giacciono in sfacelo
polveroso cartoni enormi
già contenenti “pasta di semola
di grano duro”, panettoni, mimose…
«Prendete e mangiàtene tutti»
(Verbum Dei) intendeva ben altro
e comunque Natale è trascorso da un pezzo…
