Qualcosa accade, poesie di Raffaela Fazio.
Raffaela Fazio, nata ad Arezzo nel 1971, è poetessa e traduttrice. Dopo aver vissuto dieci anni all’estero, si è stabilita a Roma. Laureata in lingue e politiche europee (Grenoble) e specializzata in interpretariato (Ginevra), ha conseguito a Roma un diploma in scienze religiose e un master in beni culturali, con particolare interesse per l’esegesi biblica e l’iconografia cristiana. È autrice di “Face of Faith. A Short Guide to Early Christian Images” (2011) e di diversi libri di poesia. Pubblicazioni recenti: L’arte di cadere (Biblioteca dei Leoni, 2015), canzoniere d’amore; “Ti slegherai le trecce” (Coazinzola Press, 2017), poesie su figure femminili della mitologia classica ; “L’ultimo quarto del giorno” (La Vita Felice, 2018); “Midbar” (Raffaelli Editore, 2019), raccolta a sfondo biblico. Nel 2019 è prevista anche la pubblicazione di “Silenzio e Tempesta” (Marco Saya Edizioni) , traduzione di poesie d’amore di Rainer Maria Rilke.
Ogni cosa ha il suo sogno
e il suo modo di offrirsi.
Quando è verde
dà profumo la legna.
Quando è secca si spacca
e poi arde.
*
Sulla scogliera scoscesa
sull’ultima zolla indivisa
dove è confitta la tua bandiera
resta.
Contro il petto
fatti serrare
come un mazzo di fiori di ferro
stretti a scudo
contro la tempesta.
Solitudine
resta.
(da “Ogni cosa incompiuta”, 2008)
Piantato contro i loquaci
mi piace
l’albero che non prende forma
ma segue il respiro del cielo
e del cielo culla
instancabile
l’orma.
(da “A un filo più lento”, 2010)
Nel tempo, dici, non c’è usura.
Dici che il tempo neppure esiste.
Ma di una cosa sono sicura:
noi siamo vivi, fatti di tempo
e il tempo è fatto a nostra misura.
(da “A garante il mistero”, 2012)
Qualcosa accade
a distanza
qualcosa a distanza
di tempo
e qualcosa
accade soltanto
quando è stata compresa
soprattutto
se a portarla era il caso.
(da “L’arte di cadere”, 2015)
Viviamo
e vogliamo narrarci.
Ma si sfa ogni racconto
nel dirsi:
non c’è filo, né trama.
Solo esiste
uno stare nel mondo
(sia sul fondo
che sul pelo dell’acqua).
Solo questo ci basti
e ci prema:
abitare chi siamo.
(da “L’ultimo quarto del giorno”, 2018)