Quale che sia la fede, se si spezza di Rosanna Spina.
è quando crolla al dubbio la ragione
e l’aria trema come alone di una fiamma
che cerco la fermezza di un appiglio
e un filo d’erba è l’unico sostegno
tra foglia e foglia un ragno
ha scritto il suo alfabeto in ragnatela
– incrollabile fede di un istante –
ed ecco il vento
***
vederlo, il melograno:
un cuore rotto
che sillabe balbetta in lingua strana
era una fede, un mondo
il melograno
fin dall’abbozzo del suo fiore rosso
***
rinsalda la presa la mia mano
come la vite affonda la radice
e sale l’essenza della linfa
che si trasforma in vino sull’altare
(trema il labbro –
non sa mai pregare)
***
non credo – chiudo gli occhi – si fa buio –
– e allora
perché sento la luce
stagliarsi
nella goccia di un riflesso
come se fosse tutto l’universo?
***
anch’io seguo la rotta degl’inverni
mi spoglio fino all’osso e mi rivesto
nel marcio delle foglie lascio le mie spoglie
mi è madre questa terra
e – rotta la placenta –
– finite ormai le doglie –
ri_nasco
nell’abbraccio che mi culla
sancisco la fede nel creato
al battesimo di un mandorlo fiorito
***
non vado a medjugorie
la folla dei credenti mi spaventa
ho fede nella santità di donna
che dà alla luce un figlio
e rifiuta per sé le tutte le cure
donna che alla morte si consegna
a viso aperto, senza aver paura
è difficile spiegare scelte estreme
a chi getta di soppiatto
un fagottino nella spazzatura
– e mai che si vedesse una madonna
fermare appena in tempo la sua mano
(ce n’è di giorni da scuotere e da urlare
prima che la fede diventi cosa umana)