Quattro poesie (con felini) di Anna Cascella Luciani.
io sono
per lui, l’elemento del caldo, la mia nuca
non ancora del tutto usata
dagli anni a lui serve
di primo mattino a schiarire l’inverno
nell’impegno più intenso alla vita
del caldo
lui sceglie anche il sole invernale
e animoso e fedele, in grigio impeccabile,
senza quasi
alcuna usura degli anni, lui siede
ovunque il caldo distende la vita piacevole.
Non è di uomo che parlo, né donna né albero
o bulbo o rizoma ma di lui,
in grigio impeccabile,
fedele guerriero al passaggio degli anni.
***
penso a volte
a uno stato
felice dove non
esiste né vita
né morte dove
tutto è già
stato provato
e abbandonato
anzi libero
l’animo e il corpo
in un giardino
vicino vicino
vicino…
non è l’eden
né un campo
santo
è l’antico vecchissimo
incanto
dell’archetipo duro
a morire
che conosce
la morte
e soffre il patire
così che pensa
un solo gatto
i dolori
un solo dolore
gli amori
un amore –
***
è
questa mia
una dichiarazione
mista al rimpianto
(è una commozione)
il piccolo naso
(vellutato) l’ho disposto
verso la valle
(piantata di mimose) –
il giacinto invece
l’ho portato (certo
non ero io
la sua ragazza – era
rimasta a casa
la sua gatta –
e lui solo
un piccolo animale né
il giardino quello
dei Giacinti pure
gli fioriranno addosso
quei colori
e gli diranno
ancora i nostri amori) –
così – subito dopo –
ho pensato sta
tranquillo riposa
tra due pini
(due mimose un ciuffo
di rosmarini) – sei piante
profumate lo stanno
a corteggiare – era un gatto
che sapeva
amare – potrei per lui
scrivere un poema – potrei
rincontrarlo per i paradisi
per i campi
felini degli elisi (strana
ancora la morte –
così ineludibile –
presenza così forte) –
(con la gatta
me ne dovrò
scusare – potrebbe
essere gelosa e poi
graffiare) – piccole
grandi ore
di animale – lei
sta là
– vicino –
e con lui scompare –
*
(per una gatta)
sono stata bella
a lungo – anzi
sempre – così rido
nella mia fossetta
e niente
di quanto ho perduto
mi difende.
Le poesie qui riprodotte sono tratte da Anna Cascella Luciani, Tutte le poesie. 1973-2009, Gaffi, Roma 2011. In particolare: io sono… è tolta da «Tesoro da nulla. (1983-1989)»; penso a volte…, è / questa mia…, (per una gatta) da «Esculapio (1989-2001)».