Reportage dall’Islanda di Claudia Zironi

Reportage dall’Islanda di Claudia Zironi.

    

   

APPUNTI DI VIAGGIO DALL’ISLANDA.

   
I.
Questo non è un viaggio: è una fantasia
vecchia di quarant’anni, rimandata
dilazionata, stemperata
nell’inerzia. Ancora un sogno
cancellato.

La cavalcata si è spinta a nord
dunque*
per domande molto più antiche
dei quarant’anni di desiderio. Desideri
conflittuali
che fanno stare male
se appagati.

Desidero
ora
acqua
e una mia poesia
tradotta in islandese.

   

* autocit. “Viaggio in Irlanda”

 

 cz islanda 2013 (5)

  
II.
Qui il pittore
con il carboncino e gli acrilici ha eseguito
una tecnica mista. Appare evidente volando
su coste che tagliano di nero l’oceano. Calpestando
i tratteggi decisi dell’artista si inciampa
negli squarci della tela, si affonda la gamba
nelle croste di tempera fino ad inferi celesti.

Guardiamo ora l’orizzonte,
ci aspettiamo montagne e alberi
noi che non siamo abituati ad altro.
Vediamo invece
vulcani e ghiacciai
vento e luce
pecore, mucche, perfino cavalli
accovacciati.
Neanche a questo siamo abituati.

Alle dieci di sera l’occhio destro
è ferito dal riverbero del sole
di un remoto lucernaio,
l’unico per kilometri e kilometri.
E il riverbero ferisce l’occhio,
proprio quello destro, quello
che non si aspettava una cascata
alle cinque, in mezzo alla vallata.

   

cz islanda 2013 (6)

   

III.
Ho saputo solo oggi
che il Paradiso odora di zolfo
e gli angeli partecipano in massa
al gay pride mentre il vento
scuote loro le piume.
Amano l’acqua gli angeli, ricordano
che da giovani anche loro
annegavano le donne.

   

cz islanda 2013 (8)

  
IV.
Se ci metti ore per trovare
un essere umano e ti senti Gulliver
fra i civilissimi Houyhnhnm ma ormai
hai esaurito lo stupore, alza lo sguardo
al cielo e scopri
che l’aggettivo “grande” è relativo.

   

V.
Quando tutto finisce sono amichevoli
i vulcani: ti salutano da lontano con un
abbraccio accogliente e le fumate bianche.
Proprio come me. Ti tengono a distanza
con aguzzi campi di lava pietrificata.

   

cz islanda 2013 (7)

   
VI.
Erano in tre, apparse allo scomparire
della speranza. Lucide, immense, sbuffanti
locomotive dagli abissi del mare,
si sono concesse allo sguardo e sono
andate. Gli angeli le proteggono ora,
ne hanno fatto puttane.

    

Islanda

  
VII.
Acque verdi, acque grigie, acque bianche
tagliate da lame di luce fra la pioggia,
acquitrini e oceani profondi, ghiacciai
perenni e cascate tremende che investono
squassano trascinano e rombano, acque
bollenti sulfuree, benefiche acque termali,
acque nei lavabi, negli abbeveratoi,
nei convitti e dalle grondaie, acqua
in tutte le sue forme, chimica o animale.

   

VIII.
D’estate a tutti piace svestirsi
anche al cielo d’Islanda
e gli angeli che vanno scalzi
e vivono nel buio, festeggiano
l’azzurro. La luce è il premio, qui
fra inverni interminabili di notti
dalle due del pomeriggio alle undici
di mattina.

    

cz islanda 2013 (3)

  

IX.
Per quanto osservi non vedo ostentazioni
di lusso – o forse hanno un codice diverso
ed io non lo conosco. Ma probabilmente
il lusso è vivere, qui, semplicemente
essere sopravvissuti fra i ghiacciai,
i vulcani, l’isolamento e inverni
che chiamano al suicidio. Si cresce sobri
quando si discende dalla stirpe
che ha dissodato i campi di lava. Solo
la Cocacola, indomita intrusa osa
dai cartelloni pubblicitari. Senza
il pudore dei grati alla vita.

  

X.
Finito di estirpare un sogno ritorniamo
verso le certezze del sud, le sue bassezze.
Scegliamo di lasciare gli angeli imperfetti
per qualcosa che non ci piace ma è sicuro.
Meglio un porto in tempesta che una rada
lontana, contesa tra la luce e il buio.

cz islanda 2013 (10)

13 thoughts on “Reportage dall’Islanda di Claudia Zironi”

  1. neppure un bravo giornalista, uso ai viaggi ( diciamo Terzani, tanto per capirci ) avrebbe saputo fare di meglio.

    freddo, pulizia, silenzi, natura che sgomenta ma avvolge.
    ma una poea è un doppio giornalista, viaggia anche nell’anima

  2. Concordo con Luigi Paraboschi: il Reportage di Claudia riesce a conciliare la nitidezza dello sguardo con i riflessi più intensi e profondi della mente e del cuore. Il viaggio in un mondo altro, differente per natura, tempo, respiro, impone un viaggio parallelo, nell’interiorità più scomoda e autentica. Ed un confronto con le “certezze” e le “bassezze” di questo nostro sud. Come guardare in uno specchio immenso e nuovo, scoprendo che “la luce è il premio”. E il premio, qui, è una poesia sincera, che ha il coraggio di vedere, non solo di guardare.

    1. caro Ivano, ti ringrazio per avere letto e commentato, e’ cosi’: i viaggi fisici di solito per me corrispondono anche a viaggi interiori. Il diverso, cio’ che e’ lontano dalla mia cultura mi accompagna in un percorso di crescita personale. Naturalmente questo origina il desiderio di lasciarne traccia e la poesia, molto piu’ di altre arti, consente di esprimere non solo la facciata del viaggio ma anche la sua essenza esperienziale intima.

  3. quarant’anni di desiderio ti hanno regalato profondità di sguardi, di sentimenti e riflessioni, Claudia, che con il tuo reportage hai saputo coinvolgere anche chi non c’era in questo viaggio ai margini della vita e della storia, in un paradiso che sa di zolfo 🙂

    1. Grazie cara Loredana, ti trovo spesso a leggere pazientemente cio’ che scrivo e a lasciarmi commenti benevolenti e attenti. Questo mi fa un immenso piacere. L’Islanda piu’ che le mie poesie e’ davvero coinvolgente, un paese straordinario che ti consiglio di visitare. Un caro saluto.

  4. Che viaggio! Ogni passaggio è meglio di quello precedente, un susseguirsi di sensazioni che arrivano fin sotto la pelle.
    Complimenti davvero

  5. ti ho voluta rileggere, non pago del primo incontro ( sai com’è, alla mia età non ci si accontenta di un incontro mordi e fuggi ))), e arrivato alle n. IX ed alla X mi sono detto ” ecco, adesso ha dato la zampata, non si è limitata alle ” descrizioni di paesaggio-con-riflessi-in-un occhio-d’oro” com’è il tuo, ma mi ha detto ciò che pensa, ha fatto i dovuti e necessari paragoni tra il nord ed il sud del mondo , e quindi ha dato il suo giudizio su ciò che ha visto, che è quanto si può e si deve chiedere ad un artista, poeta, pittore o scrittore.

    sai, forse ancora meglio di viaggio in Irlanda.

    un abbraccio

    1. Luigi sai quanto ti sono grata per la tua amicizia e anche che quando mi fai complimenti poi volo a tre metri da terra perche’ so che mantieni sempre un occhio molto critico, soprattutto con noi che definisci le tue “cup of tea” alle quali fai da mentore e pigmalione. Pero’ questa volta mi hai confusa con i tuoi complimenti, non posso che dirti grazie sperando di proseguire a produrre scritti che meritino i tuoi elogi.

  6. Gentile Cavolo, ammettera’ che un commento di questo genere, che non ha nulla di assertivo e non produce motivazioni alla critica, sa molto di “rosikamento” da ragazzino immaturo e di professionale non ha nulla. Quindi se mai io dovessi averla definita in qualche occasione “poco professionale” non posso che confermare il mio giudizio. Grazie per avere letto.

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