Rock Poetry by Sf: Synchronicity

Rock poetry: Synchronicity.

     

     

Limitandosi alla superficie, per anni i testi dei Police sono stati l’esempio perfetto di come tutto suoni bene nel rock se cantato in inglese.

“De do do do de da da è tutto quello che voglio dirti”.

È vero che andando oltre il ritornello, Sting dava prova della sua cultura sopra la media. Ma nella maggior parte delle canzoni rimaneva nell’ambito di concetti banali e strofe elementari. Fino all’ultimo album. Quello davvero colto. L’ex professore compie un guizzo tematico inaspettato. Prende un libricino di Jung e ne fa il suo leit motive. La sincronicità. Con disinvoltura trasporta nel rock “il collegamento segreto”, il nesso che Jung aveva scelto per spiegare il caso, le coincidenze.

E con una meravigliosa intuizione scrive un pezzo memorabile, di frustrazioni suburbane e mostri subacquei.

    

“Synchronicity II”

In periferia, un’ altra mattinata in famiglia
La nonna che urla contro il muro
Noi che dobbiamo gridare sul frastuono dei nostri Rice Crispies
Non riusciamo a sentire proprio niente.
Mamma intona le sue litanie di noia e frustrazione
Ma sappiamo che tutti i suoi suicidi sono finti
Papà fissa qualcosa nella distanza
La sua pazienza ha un limite
A molte miglia di distanza qualcosa striscia dalla melma
Al fondo di un oscuro lago scozzese

Un’altra orribile mattinata industriale
La fabbrica erutta il suo sudiciume nel cielo
Oggi lui cammina senza ostacoli attraverso i picchetti
Non si cura di chiedere perché
Le segretarie fanno il broncio e si pavoneggiano
Come sgualdrine da poco in una strada a luci rosse
Ma tutto quello che lui ha sempre pensato di fare è guardare
E ogni incontro con il suo cosiddetto superiore
È un umiliante calcio in mezzo alle gambe
A molte miglia di distanza
Qualcosa striscia sulla superficie
Di un oscuro lago scozzese

Un altro giorno di lavoro è finito
Solo l’inferno dell’ora di punta da affrontare
Ammassati come pecore dentro a luccicanti scatole d’acciaio
Rivali in una corsa suicida
Papà afferra il volante e rimane a fissare nella distanza
Sa che qualcosa da qualche parte è destinata a rompersi
Vede la casa ora stagliarsi contro i fari dell’auto
Il tormento al piano superiore gli fa male agli occhi
A molte miglia di distanza c’é un’ombra sulla porta
Di una casa sulla sponda
Di un lago scozzese

   

grazie a Cory S per il manga-Police

    

One thought on “Rock Poetry by Sf: Synchronicity”

  1. Io che, per formazione poetica, vengo dai parolieri degli Ani ’70 (Hammill, Anderson, Gabriel, Sinfield se vogliamo limitarci all’Inghilterra), non ho mai stimato più di tanto i Police dal punto di vista creativo; tecnicamente sì, ma questo è un altro discorso.
    Questo testo invece sta in piedi eccome, anche dal punto di vista poetico; non so gli altri dell’album. Si potrebbe ulteriormente notare, come sia una conferma del passaggio dalla poesia e dall’ironia alla rabbia e al disagio (come colonne portanti dei testi pop e rock), appunto dagli Anni ’70 agli Anni ’80 del secolo scorso.
    Comunque Sting non è mai stato una bufala, nemmeno nei suoi lavori da solista; anche se di alti e bassi ne ha avuti: come per gli U2, non è tutto oro quel che luccica.

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