Rock poetry by Sf: Rock parents.
Alla fine, i genitori del rock non sono poi molto diversi dagli altri. In molti hanno ceduto alla tentazione di scrivere canzoni per i propri figli. Che, dato che la gioia raramente va di pari passo con la creatività, finiscono per essere filastrocche prive di audacia.
Anche un anticonformista come Thom Yorke dei Radiohead, non fa eccezione. “Sail to the moon”, contenuta in un album dal titolo politico, cupo come da tradizione, è dolce, malinconica e con un testo un po’ così. Ma lui la canta trascinando le parole come fossero suoni senza senso ed è così che si trasforma in un’ipnotica invocazione al futuro.
“Veleggio verso la luna
Parlo troppo presto
E quanto è costato
Sono caduto
Dal raggio lunare
E ho veleggiato verso le stelle cadenti
Forse
sarai presidente
E distinguerai ciò che è giusto da ciò che è sbagliato
O durante un’alluvione
Costruirai un’arca
E ci porterai sulla luna.”
Qualcosa di più conturbante è Animal Instinct dei Cranberries. Ma Dolores Riordan è in vantaggio. E’ una donna. E parla con cognizione di causa. Nervi tesi, tramortita dal successo. Se nella vita è più facile essere padri che madri, figuriamoci nel rock.
“Improvvisamente mi è successo qualcosa
Mentre stavo bevendo la mia tazza di te
All’improvviso mi sono sentita depressa
Ero completamente e totalmente agitata
Sai che mi hai fatto piangere
Sai che mi hai fatto morire
E la cosa che mi colpisce
E’ che non capirai mai veramente
E la cosa che mi manda fuori di testa
e’ che avrò sempre il dubbio
E’ una cosa dolce che abbiamo
E’ una cosa bella
L’istinto animale
Un’altra anima inquieta, Tom Berenger dei National, fragile e affascinante. Amante della sintesi ad effetto, delle frasi lapidarie. Ripete il ritornello del suo tormento come un mantra. Afraid of everyone.
“Con la mia bambina sulle spalle provo
A non far male a nessuno che amo
Ma non ho la medicina per cavarmela
Difendo la mia famiglia con il mio ombrello arancione
Ho paura di tutti
La tua voce sta ingoiando la mia anima.”
E poi John Lennon nell’ultimo album, canta Beautiful boy. Lieve e allegra come un jingle. Struggente, col senno di poi. Testo banale.
“Chiudi gli occhi
Non aver paura
Il mostro se n’è andato
E’ fuggito
E papà è qui.”
E una perla.
“La vita è ciò che ti capita
Mentre sei impegnato a fare altri progetti.”
dedicated to La Giovi – come back soon soon soon