Rock poetry by SF: Joy Division

 

Rock poetry by SF: Joy Division.

                       

     

Questione di punti di vista.

Se Ian Curtis fosse vivo avrebbe quasi 58 anni. Forse sarebbe sovrappeso e con i capelli ingrigiti – o forse avrebbe mantenuto il corpo asciutto e lo sguardo infantile – e non avrebbe smesso di scrivere canzoni.

Magari avrebbe deciso di lasciar perdere i concerti e quel suo modo febbrile di muoversi sul palco che era poi il modo in cui la sua malattia danzava.

Strano come a volte sembri così paradossalmente normale uccidersi a 23 anni.

E come altre invece – in un tempo mediocre di domande e paure – ci assalga la voglia che avesse rinunciato ad entrare nel mito e avesse scelto la normalità, la noia, la monotonia.

E che fosse invecchiato.

Chissà come sarebbe ora la sua voce – dopo milioni di sigarette. Forse semplicemente sarebbe la stessa – profonda e densa – così lontana dal suo aspetto – voce da adulto in fragilità da bambino.

Dicono che in alcuni esista una irresistibile propensione al suicidio. Chissà se si tratti di orgoglio o solo di un altro modo di andare incontro ai propri fantasmi.

Questione di punti di vista.

   

Ian Curtis, leader dei Joy Division, epilettico, il 18 maggio  1980 si impicca nella cucina di casa.
Il gruppo – in soli tre anni di attività – influenza il rock dei decenni successivi.

      

24 ore

Così questa è la stabilità – l’amore ha fatto a pezzi l’orgoglio
Ciò che un tempo era innocenza, gli si è rivoltata contro
Una nube pende sopra di me, segue ogni mossa
Nel profondo della memoria, ciò che una volta era amore

Mi sono reso conto, ho desiderato avere tempo
Visto in prospettiva, ho provato con tutte le forze
Solo per un momento ho pensato di aver trovato la mia strada
Il destino si è dischiuso – l’ho osservato svanire

Eccessivi momenti critici, oltre ogni possibilità
richieste solitarie per tutto ciò che vorrò conservare
Andiamo fuori a fare un giro, vediamo cosa possiamo trovare
Un’inutile collezione di speranze e desideri passati

Non mi ero reso conto di quanto lontano sarei dovuto andare
Tutti gli angoli più bui di una sensazione che non conoscevo
Solo per un momento ho sentito qualcuno chiamare
Ho guardato oltre il presente
Non c’è proprio nulla

Ora che ho capito come tutto sia andato male
Devo trovare una terapia – questa cura sta durando troppo
Nel profondo del cuore dove la compassione ha dominato
Devo trovare il mio destino prima che sia troppo tardi 

Joy Division

control_ian_curtis

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