Rubrica “poeti che scrivono a poeti”:
da Giorgina Busca Gernetti a Salvatore Quasimodo.
Dato il successo riscosso fra gli autori e fra i lettori dell’inserto speciale di luglio 2013, abbiamo deciso di istituire la rubrica “poeti che scrivono a poeti” nella quale pubblicheremo le “lettere” poetiche e anche le eventuali risposte ad esse che dovessero pervenire. Invitiamo dunque gli autori che hanno qualcosa da dire ai loro colleghi contemporanei o anche dei tempi andati ad inviarci le loro opere.
In questo numero proponiamo la “lettera” di Giorgina Busca Gernetti a Salvatore Quasimodo.
IL VENTO DI TINDARI
a Salvatore Quasimodo
Alito lieve di vento increspa
l’onda turchina
che Tindari mite contempla
dall’alto del colle.
L’acqua scolpisce in labili forme
danzanti flessuose nell’aria;
le adorna di candida trina.
Giuoca scherzoso con il mare
il vento di Tindari mite,
«fra larghi colli pensile sull’acque
dell’isole dolci del dio».
Perché non mi punge l’angoscia
che ieri premeva nell’anima?
Ecco: mi bagno nel limpido mare
turchino, nel mare che Ulisse
ardito, con l’agile chiglia,
solcava alla volta del regno
ventoso di Eolo.
In queste onde io m’immergo
nella bellezza; in questo vento
che mi rapisce io m’abbandono
all’armonia della natura.
Tindari serena, accoglimi!
Assali anche me, oggi; cercami
con il tuo vento profondo.