Un gelato al limon: il versante liquido dell’eros: dalla silloge Stanze, inediti di Francesca Lavinia Ferrari.
Francesca Lavinia Ferrari nasce a Modena nel 1974.
Diplomata alle Belle Arti in grafica pubblicitaria, lavora per diversi anni come Senior Designer di riviste di moda.
Nel 2010, dopo il fortunato incontro con il neo-stilnovista Antonio Cosimo De Biasio, dal quale apprende la passione per lo studio della struttura metrica del verso, comincia a comporre haiku e sonetti secondo le forme classiche.
Segue un periodo di sperimentazione, in cui stacca dai canoni e intraprende la propria esperienza libera, che la porterà a trovare il proprio stile personale.
Fa parte di due collettivi poetici: I Poetineranti e Bibbia d’Asfalto.
Nel 2013, selezionata in occasione del Premio Alessandro Tassoni, patrocinato dal Presidente della Repubblica, è inserita nella raccolta La Memoria, a cura di Nadia Cavalera.
Nel 2014 è ancora tra i finalisti del Tassoni e si aggiudica il Premio Speciale «Anna Grenno», dedicato alla miglior composizione poetica femminile, al Premio Nazionale «La Bormida al Tanaro sposa».
Sempre nel 2014, il suo necrologio poetico viene selezionato ed inserito nella silloge a tema R.I.P. – Read in Peace (Matisklo Edizioni, Mallare 2014), a cura del collettivo Bibbia d’Asfalto.
Ancora nel 2014, in ottobre, avviene il suo esordio poetico con la silloge «She’s Waiting for a Portrait» (Matisklo Edizioni, Mallare 2014), prefazionata da Giangiacomo Amoretti.
Gestisce le pagine letterarie Anime di luna e Lavinia sul social network Facebook, dove condivide i suoi scritti e dà spazio a poesia d’autore e a talenti emergenti.
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In volo nella nostra carne bianca
In volo nella nostra carne bianca
Le mie scapole rosa si dimenano.
È un volo azzurro, lieve fra gli intenti
E fra le ossa. Sprofondano nell’anima
I baci che mi dai; per quelli che
Non mi darai, già manchi. Mancherai
14-5-2013
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Nel vuoto del tuo posto metto un giglio
Nel vuoto del tuo posto metto un giglio
Fiorito, anche se è maggio e il caldo tace.
L’ho messo ad incubare nel mio petto
Ho fatto appena in tempo, ho fatto a gara
Con l’aria di tempesta della sera.
Appena prima della prima stella
27-5-2013
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Non sento che un dolore troppo dolce
Se mi svestisse il piglio del sorriso
Che spieghi tra le grinze di una rosa…
Invece in cuore mio sboccia una mora
E il rovo circumnaviga le vene.
Purtroppo, è solo sale sciolto in sangue;
Non sento che un dolore troppo dolce
30-5-2013

mi ha colpito in modo particolare la musicalità di tutti questi versi
che hanno bisogno di essere recitati a voce alta per essere apprezzati meglio.
Versi modulati sul ritmo degli endecasillabi fin dai titoli che sono già di per sé poesia. Io amo molto la musicalità dei versi che qui ben si sposa con le immagini floreali, le quali esaltano, per contrasto, l’aria di tempesta della sera e le trafitture che avvertiamo in questo passaggio:
“E il rovo circumnaviga le vene.
Purtroppo, è solo sale sciolto in sangue;
Non sento che un dolore troppo dolce”.