La rubrica di Arturo Martinelli: tentativi per una pseudo pedagogia poetica del cavolo.
Arturo Martinelli, amato pedagogo-cultore della poesia e dei cavoli, dal suo appezzamento abruzzese ci impartisce una nuova lezione di saggezza contadina.
Lettera alla poetessa del sacro e del profano
Gentile poetessa lei mi chiede
una riflessione sul concetto di sacro
e di profano. Le proclamo allora
la mia assoluta incapacità, o forse
definiamola meglio come inadeguatezza,
perché io tale dicotomia non l’ho mai
capita. E’ sull’idea di profano che si concentra
tutta la mia incapacità, perché
sull’idea di sacro mi sembra di avere
le idee chiare: qualcuno affermerebbe
che i cavoli di cui mi occupo,
il tragitto dal seme al frutto, e la fatica
dell’uomo, la fatica del cielo, del sole,
delle nuvole e della pioggia, con la coroncina
d’erbe e d’insetti, non attenga a pieno titolo
al perimetro del sacro? e forse
ci sono aspetti che esulano dal sacro?
forse che l’amore carnale, quello più oscuro
e intenso non è faccenda sacra? e il corpo
con tutte le innumerevoli funzioni, non è
il tempio del sacro? così tutta la vita,
è sacra la zanzara come sacra è anche
la balena, il vento è sacro e tutto quello
che esiste. Gentile poetessa tutto,
tutto è sacro. E’ sul concetto di profano
che la lingua s’inceppa, la penna
non scivola sul foglio.
