Rubrica La poesia ironica – i poeti di spirito. Versi di Roberto Marzano

Rubrica La poesia ironica – i poeti di spirito. Versi di Roberto Marzano.

   

   

In questo numero è la volta di Roberto Marzano a  proporsi per  farvi sorridere con le sue poesie intelligenti e ironiche. Buon divertimento!

*

A CHIEDERMI IL PERCHE’

Forse avrei dovuto lasciarti una rosa sul comodino
magari un biglietto che significasse “ti amo”
disegnare un gran cuore sullo specchio del bagno
avrei dovuto lasciarti l’impronta
delle mie labbra sui capelli immersi nei sogni?

Avrei dovuto lasciarti la finestra socchiusa
perché la primavera entrasse dolcemente a svegliarti
avrei dovuto lasciarti la caffettiera già pronta
chiavi e telefono in bella vista
avrei dovuto lasciarti dormire per ore
perché il nostro amore fosse fresco ogni giorno.

Ma non avrei dovuto dimenticare l’ombrello
e trovarti avvinghiata a quello del piano di sopra
sul pavimento nudo della cucina
no, non avrei dovuto…

Avrei dovuto lasciarti solo un attimo prima
e rimanere sotto la pioggia senza l’ombrello
continuando a chiedermi, amore
perché diavolo ti avessi lasciata…

***

EVENTUALMENTE IMPROPONIBILE

Non dimenticare di scordarti di me
non appena svoltata nel buio dell’angolo
senza neanche un saluto
né uno sfiorarsi di dita
col dolce gusto ancor dentro le labbra
caldo bacio rubato in un impeto involontario
l’uno all’altra così d’improvviso
liberato dalle parole di circostanza
dall’incoerenza di conseguenze probabili
storia travolgente vertigine dipinta nell’aria
eventualmente… improponibile!

***

IL LAMENTO DI DIANA

Cosa dovrei pensare adesso che mi guardi
così dall’alto in basso con disprezzo
l’assurda urgenza di spegnermi la luce
punirmi, il sorriso farmi a pezzi?

Cosa n’è stato di noi? Cos’è successo?
Tu, che anelavi ansioso
l’impulso irrefrenabile
di un contatto urgente
da consumarsi subito ovunque ci trovassimo
che prendeva fuoco nell’impeto di un lampo
nella brace di pochi ansimanti respiri
di quel piacere perverso, tormentato
come fossi un’amante di cui portar vergogna
ma troppo evidente agli occhi per celare
il disgusto per la nostra sporca storia
che ti impregna del mio odor fino ai capelli
fino all’ultimo fiato di piacere
voluttà, vizio torbido che leva l’aria…

Cosa, cosa dovrei pensare adesso?
Quando mi scaraventi a terra con ripugno
e mi schiacci sotto la suola della scarpa
violento, crudele nel gesto rotatorio
che mi scompatta, irrimediabilmente…

Ma non ti sarà facile dimenticarmi, bello mio
e tornerai a cercarmi disperato
mai potrai smettere di seguirmi come un cane
ed io pronta sarò a farmi comprare
in venti piccole dosi cilindriche fatali
sempre che bastino a quietare
le tue stupide brame da coglione…

                        

Daniele Pezzoli, "Ritratto di Menade - in apertura "Plastic love"
Daniele Pezzoli, “Ritratto di Menade – in apertura “Plastic love”

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