Sedie rimate, la rubrica di poesie per ragazzi di Alberto Cini – 5.
Ho sempre avuto una forte attrazione per sedie divani e poltrone, perché mi piace star seduto e possibilmente comodo anche se non sono un sedentario estremo, anzi mi piace far del movimento proprio perché mi rende ancora più piacevole distendermi in poltrona. Seduto penso meglio, sento di più, devo chiudere gli occhi per assorbirmi in me stesso e lo faccio con la protezione della culla enfatica della sedia, divano, poltrona… ogni tipo di seduta ha la sua filosofia.
Gradisco molto meno il letto, ad esempio, non disegnerei mai un letto, il letto non mi piace, mi è solo utile per la notte, stare disteso con la testa che più o meno resta al livello dei piedi mi infastidisce, quel cadere nel sonno poi, è così tremendamente biologico… è pur vero che ci sono i sogni, ma non li posso gestire io, loro si avvalgono della possibilità autonoma di essere inconsci e io li posso al massimo ricordare a giochi fatti. No il letto, grazie! no al sonno! voglio essere il protagonista della mia creatività personale! W le sedie e le poltrone!!!
Queste illustrazioni le ho fatte molto tempo prima di “Troni poetici”, che si trovano sui Versante Ripido precedenti. Queste erano illustrazioni per giocare, come mi ha insegnato Bruno Munari che è stato artefice del mio immaginario infantile. Mi è piaciuto aggiungere per un pubblico prevalentemente giovane, un contesto descrittivo per le immagini delle sedie che avevo disegnato, rime per sedie strane, che è diventato il titolo che ho dato a quest’opera inedita, “SEDIE RIMATE” e che fino a ora non ha visto quasi nessuno. Spero che qualcuno si diverta nell’immagine e nella parola di questo ludico lavoro… A.C.
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La seggiolina in poltrona
C’era una volta una poltrona
che si sentiva una matrona
teneva in braccio una seggiolina
che si sentiva piccina piccina
nella casa eran tutti via
ma loro due stavan di compagnia
la poltrona, spenta la luce
narrava con la sua voce
cento storie ed un’altra ancora
tutta notte fino all’aurora
quanto dura le storia
se c’è voce e memoria
la seggiolina era felice
d’essere in braccio alla poltrona
che oltre ad essere matrona
era pure una poltrona narratrice