Sotto la corteccia di Mirco Mazzini, con introduzione di Luigi Paraboschi.
Mirco Mazzini nasce a Bologna il 13/3/1964 e nella sua amata città’ risiede da sempre.
Coltiva la passione per la scrittura a 360 gradi, da giovane pubblica un breve romanzo giallo su Eureka e realizza alcuni soggetti per fumetti. Inoltre qualche testo per canzoni come ghost-writer.
Tardivamente (ma esistono scadenze per giocare con le parole?) si impegna a concretizzare questa passione e nel 2009 inizia a coltivare la poesia con la pubblicazione della prima silloge:
SOTTO LA CORTECCIA – Ed. Il Filo e partecipa con brani tratti dalla silloge al Concorso Nazionale di Poesia Orale organizzato dal Circolo Via dei Poeti di Bologna superando eliminatorie e semifinali e aggiudicandosi il secondo posto assoluto nella finalissima di Luglio 2009 (oltre 300 partecipanti).
La raccolta si aggiudica il primo posto al X Premio di Platino della Riviera-Città di Garda nell’ambito del Concorso Laurence Olivier & Vivien Leight sempre nel 2009.
Pubblica fino al 2010 su siti Web recensioni sulla Poesia nei Cantautori Italiani curando la rubrica “Quelle degli altri…quelle che suonano e cantano”.
La poesia singola fuori silloge “Sotto le Macerie” e’ segnalata nell’ambito del Premio Letterario Amiternino di Pizzoli (AQ) e distribuita a fini benefici per la raccolta fondi pro terremotati d’Abruzzo.
La poesia singola fuori silloge “L’Uomo che suonava per le Balene” si aggiudica il nono posto nel Concorso Internazionale Premio Letterario Città di Castorano (AP)
• La poesia “Ultimo Minuto” tratta dalla silloge SOTTO LA CORTECCIA e’ premiata nelle dieci finaliste del Concorso “Il Numero Uno della Poesia Contemporanea -IV Ediz.2010” e segnalata al Premio Nazionale Letterario “Rime sotto la Luna” nel 2011
• La poesia “Arianna” tratta da SOTTO LA CORTECCIA segnalata nell’Antologia Le Esperidi nel 2011
• La poesia “Bologna Duemila & sempre” è finalista nel 2011 del Concorso Guido Zucchi, organizzato dall’Associazione Succede Solo a Bologna.
– Nel 2012 esce il suo primo romanzo “Corri ragazzo, vai…” Ediz. I Libri di Emil, storia di viaggio, rimpianti & rimorsi, amicizia e ritorni, affacciata alla finestra di una Bologna e di una epoca che non c’ e’ più.
Ora si diverte con racconti (soprattutto nell’ambito del gruppo Facebook Gente che Scrive per…) pensa ad un nuovo romanzo e pubblica un Editoriale di calcio e nostalgia su Tuttobolognaweb .
Introduzione a “Sotto la corteccia” di Mirco Mazzini, a cura di Luigi Paraboschi.
Non è mai una lettura facile una poesia.
Anche in testi apparentemente semplici, come quelli di “Sotto la corteccia “ di Mirko Mazzini, già dal titolo si può intuire che l’autore abbia qualcosa da svelare, oppure da rivelare al lettore, perché l’invito è chiarissimo, quello di non fermarsi alla superficie, ma di grattare ed andare, appunto, sotto la corteccia.
Ed in mezzo a testi di diverso contenuto, assai ben esaminati dal curatore della prefazione, ho colto un gruppo di poesie che si racchiudono sotto il titolo di “sette rabbiose verità“, ognuna delle quali sembra appartenere al segno del rancore, del risentimento, tant’è che tutte si chiudono con questi versi da ballata
“ Come ogni rifugio nasconde il suo segreto
in ogni cuore umano sono nascosti avanzi…
già masticati d’amore, già masticati d’odio “
I personaggi ritratti sono nell’ordine :
Penelope: che quasi rimprovera ad Ulisse di essere tornato “ senza nessun ricordo/ nemmeno del tuo cane “ e si chiede “ che sia soltanto rabbia o invidia o disonore? “
Watson: il più famoso luogotenente degli ispettori di polizia accusa anche lui il suo datore di lavoro di essere considerato come “ il servo, servo di una macchietta che ostenta un copricapo stupido e pederasta “, e di vivere in una stanza con “ le finestre chiuse, come le nostre vite “
Kit Carson: che manifesta infine la sue insofferenza per il mondo finto nel quale è costretto a vivere, un “ mondo di carta “ nel quale tutti i personaggi sono finti o improbabili, come i Rangers, i Pards, e il più famoso l’Aquila della notte “.
Hillary: la cui figura poetica immagino sia stata delineata appena dopo lo scandalo Lewinsky, ma che, forse, se rivista alla luce della più recente carriera di Segretario di Stato, non sarebbe facilmente rientrata nel verso “ ho speso ogni moneta per non spegnere una fiamma “ e nel successivo “ ho assorbito tutto come una spugna nuova/ che ingrassa e fagocita l’odor della menzogna “.
Collins: il pilota del Lem spaziale lamenta che “.Non c’è fascino e fama restando ad aspettare/ non c’è nessun ricordo dei terzi comprimari “
Rachele: non si parla qui dell’eroina biblica, ma di quella più nostrana, la moglie del Duce Mussolini che si chiede, rivolgendosi indirettamente al marito “ ma dentro cosa celi?/ Per me cosa rimane / i tradimenti inutili, vera vigliaccheria / briciole di elemosina,/ sudicio putridume
Giovanni L. (Mediano): non ricordo a quale mediano l’autore ci rimandi, di certo fu uno che dovette giocare con l’abatino Gianni Rivera, che lui doveva servire con lunghi lanci dovuti alle corse che gli permettevano i suoi polmoni, perché “ mi han detto che di buono ho solo i miei polmoni/ E’ a te che li sacrifico…..e arranco giù a bocconi/dono alla tua eleganza, al numero che porti/ai sogni che realizzi, ai piedi dei Campioni “
Alla luce di quanto ho affermato mi sembra di poter aggiungere che in Mazzini vi sia una particolare attenzione per coloro che sono messi, non dico in disparte, ma in secondo piano negli avvenimenti della vita.
Se prendiamo ad esempio un’altra poesia intitolata “ platani “ troviamo un verso iniziale che dice, riferendosi a queste piante ,“ destinati a raccontare/ obbligati a resistere/ impegnati ad attendere “.
Raccontare, resistere, attendere, sono tre verbi che esprimono pazienza, forza e determinazione, proprio come quella dei sette personaggi dei quali ho illustrato i risentimenti interiori nei confronti dei loro “ dominus “.
I platani hanno una doppia natura, afferma il poeta, quella di essere “ Dolci come femmine e solide come maschi “ “ con l’istinto che prevale (parte maschile ) e l’eleganza che rimane / ( parte femminile ), e nutre una sorta di invidia per questo loro essere duplici, concludendo amaramente “ proprio come non saremo mai.
Vorrei concludere questo breve esame della poetica di Mirko Mazzini accostandomi ad una poesia che si intitola “ Anni 70 “ nella quale egli inserisce tutto un modo che quelli come me che hanno vissuto quell’epoca ( ed anche qualcuna precedente ) non possono che ricordare con molto affetto ed anche molta nostalgia.
E’ la generazione nata negli anni 60 quella che egli ricorda, quella cresciuta nei cortili delle case popolari, dove si giocava a pallone e ci si sbucciava le ginocchia sulla ghiaia nel ruolo di terzino alla Burgnich, dove si facevano le prime scoperte socio-politiche attraverso le canzoni dei tanti cantautori che sicuramente hanno ispirato la scrittura del nostro poeta, tempi nei quali si faceva ancora la coda per andare a farsi tagliare i capelli, quando si beveva la spuma, quando alla Tv c’era la trasmissione Giochi senza frontiere.
Insomma i tempi di quell’Italia della quale ci stiamo scordando, un Paese del quale non sappiamo più ritrovare le radici, una nazione che sapeva sognare quei sogni per i quali scrive l’autore “ non basta una cantina per archiviare i sogni/ e bisogna aprire tutti i cassetti e..lasciarli respirare.
Due poesie da “Sotto la corteccia” di Mirco Mazzini ed. Il Filo 2009:
Platani
Destinati a raccontare.
Obbligati a resistere.
Impegnati ad attendere.
Semplici, nella postura invernale.
Soffici, con il vento di Marzo
e quel bisbigliare, inutile,
impermeabile, costante.
Cosa nasconde? Cosa significa?
Dove ci porterà?…se non lasciarci qui.
Dolci come femmine e solidi come maschi,
senza pace e senza guerre,
con l’istinto che prevale
e l’eleganza che rimane.
Come proprio vorremmo noi stessi…
Proprio come non saremo mai…
***
1970
Radici di cemento,
di ghiaia da cortile,
che taglia le ginocchia
e nutre le tue croste.
Di “Bella Ciao”, fumetti,
di “Cinquecento” piccole,
di odori di castagne,
di fiori e cavedagne.
Radici da terzino,
le maglie senza nomi,
il 4 a 3 che è storia,
spicchi di poca gloria.
Di spume colorate
comprate a cento lire,
Giochi senza Frontiere,
la fila dal barbiere.
Radici che si infilano
che scavano il di-dentro,
succhiano gli anni e il tempo
rubano le tue origini.
Non basta una cantina
per archiviare i sogni,
apri tutti i cassetti..
…lasciali respirare.
grazie Paraboschi dell’attenta e precisa recensione. Ha colto molti aspetti dei miei pezzi…anche quelli sottotraccia (o meglio Sottocorteccia!) . Particolarmente lusingato che abbia apprezzato 1970, una delle mie preferite.