Sottomissione, romanzo di Michel Houellebech, una lettura di L. Paraboschi

Sottomissione, romanzo di Michel Houellebech, Bompiani ed. 2015, una lettura di Luigi Paraboschi.

   

  

Un romanzo a tesi – del quale la critica si sta occupando molto in questi ultimi tempi-, tesi sostenuta e ben sviluppata in modo ben argomentato e semplice, secondo la quale l’Europa non può che finire – sia per l’indebolimento morale e dei costumi dei suoi abitanti, che per la mancanza di una visione lungimirante da parte della sua classe politica- che essere sedotta e conquistata senza violenza alcuna, ma per semplice resa, dall’Islam, la religione più nuova rispetto alle altre due monoteiste, l’ebraismo ed il cristianesimo.

Per dimostrare questa tesi l’autore crea un personaggio paradigmatico nel quale mostra essere connaturate e presenti le condizioni, comuni alla società Francese, che la destinano ad un’inevitabile sottomissione alla religione islamica.
Attorno alle idee e agli elementi di un’ipotetica ma attendibile analisi sociologica, sviluppata fra gli anni precedenti il 2017 ed il 2020, crea il personaggio di François, docente alla Università della Sorbona. L’autore ne mette in evidenza da subito, come particolarmente indicativi, i gusti letterari e la scelta dell’argomento della tesi discussa per il dottorato di ricerca, inerente a Joris Carl Huysmans, scrittore decadente vissuto a cavallo tra Otto e Novecento.
Significativo, a questo proposito, quanto lo stesso François, afferma:
la letteratura, arte maggiore di un Occidente che si va consumando sotto i nostri occhi può determinare uno sconvolgimento, un ribaltamento emotivo, una tristezza o un’estasi assolute. …….solo la letteratura può permettere di entrare in contatto con la mente di un morto.
Precedentemente aveva scritto, in tono quasi biasimevole, manifestando il suo giudizio su altri dottorandi della sua epoca:
……. tutti coloro che completano i loro studi, ipnotizzati dal desiderio di denaro o forse di consumismo…….sono galvanizzati dall’adorazione di icone mutevoli: sportivi, creatori di moda, portali di internet, attori, modelle.
Anche nei confronti dell’esistenza umana egli si pone domande su quelli che noi chiameremmo i “massimi sistemi”:
“e in virtù di cosa una vita ha bisogno di essere giustificata? La totalità degli animali e la schiacciante maggioranza degli uomini vivono senza provare mai il minimo bisogno di giustificazione- vivono perché vivono, tutto qua“
Se seguiamo la crescita del personaggio chiave del romanzo, rileviamo che egli, nato attorno al 1975, è figlio di quella generazione di padri e madri che appartengono alla categoria dei cosiddetti “genitori del baby boom”, ha ormai interrotto da oltre un decennio i rapporti famigliari, non conservando più alcun sentimento di affetto o di stima verso i suoi parenti più stretti.
I suoi rapporti con le donne sono quasi sempre ridotti a relazioni della durata di pochi mesi con studentesse universitarie del suo corso di letteratura, talvolta inframmezzati da incontri con escort, il tutto improntato al più acceso maschilismo, come afferma la più recente fidanzata Myriam, destinata a diventare ex , durante uno degli ultimi incontri:
“tu hai sempre avuto buon gusto per essere un macho“
e a questo proposito è molto interessante il commento di lui ed il botta e risposta che ne segue:
“devo essere una specie di macho approssimativo; in realtà non mi è mai sembrata una buona idea permettere alle donne di votare, fare gli stessi studi degli uomini, accedere alla stessa professione ecc.”
Lei “sei per il ritorno al patriarcato?“
Lui “il patriarcato aveva il merito minimo di esistere, nel senso che c’erano famiglie che mettevano al mondo dei figli e riproducevano lo stesso schema, insomma funzionava; invece noi non abbiamo abbastanza figli, quindi è finita“
Lei “ciò non toglie che io abbia studiato, che sia abituata a considerami come una persona specifica, dotata di capacità di riflessione e decisione uguale a quella del maschio“
Se il giudizio su ciò che François ha dell’altro sesso non sembrasse sufficientemente chiaro al lettore dai brani riportati poc’anzi, trascrivo il suo giudizio attorno a questa Myriam, giovane ventiduenne, che si trasferirà presto con la famiglia in Israele per timore di frizioni pesanti con il movimento musulmano che sta per andare al governo in Francia:
“per l’uomo, l’amore non è altro che gratitudine per il piacere dato. E nessuno mi aveva mai dato tanto piacere quanto Myriam”
Preferisco non analizzare a fondo gli altri rapporti mercenari del personaggio in questione, mi limito a evidenziare la sua predilezione per la sodomizzazione nei riguardi delle partner, quasi a ribadire una inconscia attitudine verso una inclinazione per la loro sottomissione al maschio, sottomissione che invece nell’islam riguarderà contenuti e valori concernenti l’intero rapporto maschio-femmina all’interno del nucleo familiare.

Abbiamo seguito fino ad ora l’esordio personale ed interiore di François, e tralascio, perché menzionarlo nei dettagli sarebbe troppo lungo e impervio, di parlare della sua passione per l’alcool, e per il cibo, al punto che ho avuto la sensazione leggendo di trovarmi di fronte ad un personaggio dei romanzi di Scott Fitzgerald, tale è la sua dedizione e l’attaccamento ad ogni sorta di vino e altre bevande alcooliche purché di ottima qualità, al punto che non ho potuto esimermi dal chiedermi come egli potrà conciliare questa sua usanza con i dettami del Corano, una volta che la sua conversione sarà dichiarata e concreta.
Quindi, riassumendo, il personaggio è un intellettuale, un borghese, di buon reddito, di ottima cultura, “un deracinè“ si sarebbe scritto una volta, quando questo termine aveva un significato ben preciso, (al nostro tempo gli intellettuali sembrano appartenere tutti a questa categoria) nel senso che le sue radici sono da lui stesso state strappate dall’attualità e portate ad appartenere ad un mondo filosofico e culturale dell’800 che sembra appartenergli maggiormente, e a questo proposito, valga per tutti l’episodio della visita, compiuta dal nostro personaggio per ritemprarsi dallo stress, allo stesso monastero di clausura in cui si recò quel tal Huysmans e che fu il luogo in cui questi maturò la sua scelta definitiva per il cattolicesimo.
Sicuramente possiamo dire che egli non ha simpatie politiche né per la destra della Le Pen né per il partito socialista, e neppure per altri movimenti politici, egli è semplicemente un epicureo, un borghese che cerca di godere dei piaceri della vita, senza porsi troppe domande.
E’ costretto a muoversi dentro un quadro socio politico che egli giudica così:
“per diversi anni gli ultimi resti di una socialdemocrazia agonizzante mi avevano permesso tramite borse di studio, un sistema allargato di sconti e vantaggio sociali, pasti mediocri ma a buon mercato alla mensa universitaria, di dedicare per intero le mie giornate alla libera frequentazione intellettuale di un amico”
e possiede un sicuro intuito nell’esame della società che lo induce a dire:
“mi rendevo conto tuttavia ormai da anni che lo scarto crescente divenuto abissale tra la popolazione e chi parlava in suo nome, politici e giornalisti, era divenuto abissale ed era destinato a portare a qualcosa di caotico, violento e imprevedibile.”
E a precisare meglio più avanti
“i paesi occidentali erano molto fieri del sistema di alternanza democratica, che, tuttavia era poco più che la spartizione del potere tra due gang rivali.“
“nel paese, ( la Francia ) nel 2017 si aveva avuto la rielezione di un presidente di sinistra un un paese sempre più dichiaratamente di destra.”
“C’era un sorta di disperazione soffocante radicale, ma attraversata qua e là da bagliori insurrezionali.”
“Il consenso elettorale negli ultimi sondaggi raggiungeva il 21% mentre il partito socialista era al 23%, la destra tradizionale era al 14% e il fronte nazionale della Le Pen arrivava al 32%“
“la Fratellanza musulmana si era preoccupata di esprimere una posizione moderata, sostenendo solo con moderazione la posizione palestinese e mantenendo relazioni cordiali con le autorità religiose ebree.”

La situazione del paese ci viene illustrata con lucidità di analisi e traspare benissimo quando egli ci illustra il programma del partito musulmano ricavandolo dal discorso del suo leader Ben Abbes.
il programma della Fratellanza musulmana era:
– non mettere al centro dei loro programmi l’economia
– per loro l’essenziale è la demografia e l’istruzione
– chi controlla i bambini controlla il futuro
– il sottogruppo demografico che dispone del miglior tasso riproduttivo, e che riesce a trasmetter i propri valori, trionfa.
– ogni bambino francese deve avere la possibilità di beneficiare dall’inizio alla fine dell’età scolare di un insegnamento islamico, ma non misto.
– ciò che vogliono è che le donne vengano in gran parte avviate verso le scuole di educazione domestica e che si sposino prima possibile, con una piccola minoranza cui consentire prima di sposarsi di seguire studi letterari e artistici.
– Tutti gli insegnanti dovranno essere musulmani
– le regole de regime alimentare riguardante le mense e il tempo dedicato alle cinque preghiere quotidiane dovranno essere rispettate.
– il programma di insegnamento dovrà essere adattato agli insegnamenti del Corano
– la scuola pubblicana resterebbe aperta a tutti ma con molti soldi in meno, ed in parallelo si costituirebbe un sistema di scuole private musulmane che parificherebbero i diplomi e usufruirebbero di sovvenzioni private.

Il quadro politico che lascia prevedere la conquista del potere ad opera del partito Musulmano e del suo leader si delinea progressivamente attraverso le varie pagine del romanzo, ove non manca l’atto di accusa verso la sinistra
“la sinistra, paralizzata dell’antirazzismo costitutivo del movimento musulmano era stata incapace sin dall’inizio di combatterlo e anche solo di menzionarlo.”
e ancora:
“il vero nemico dei musulmani, quello che essi temono e odiano più degli altri non è il cattolicesimo ma è il secolarismo, la laicità , il materialismo ateo”
Infine, servendosi dell’incontro con il nuovo rettore della Sorbona, già convertito all’Islam, e ben felice dei benefici che gli derivano da questa conversione, come il fatto di poter avere 4 mogli di cui una di 15 anni, un ottimo salario, una posizione di grande prestigio, ed una casa di grandissima importanza sociale, Francois riporta le parole del rettore:
“quell’Europa che era il massimo della umana civiltà si è letteralmente suicidata nel giro di qualche decennio, ed allora da un capo all’altro dell’Europa ecco i movimenti anarchici e nichilisti, l’appello alla violenza, la negazione di ogni legge morale, poi dopo qualche anno la fine si è compiuta con l’ingiustificabile follia della prima guerra mondiale”
e non è risparmiata neppure la Chiesa cattolica
……..a furia di moine, smancerie, e vergognosi strofinamenti dei progressisti, la chiesa cattolica era diventata incapace di opporsi alla decadenza dei costumi. Di rifiutare energicamente il matrimonio omosessuale, il diritto all’aborto e il lavoro delle donne.
Bisognava arrendersi all’evidenza: giunta ad un livello di decomposizione ripugnante, l’Europa occidentale non era più in grado di salvare se stessa“
Il percorso di conversione giunge così al termine: François, che il filofoso marxista Lukàcs avrebbe definito “un personaggio tipico“ in quanto capace di assorbire e rappresentare in sé tutte le caratteristiche di una categoria di persone, si lascia convincere dalla lusinga di chi si è impossessato del potere grazie alla incapacità del sistema politico di costituirsi in un fronte comune conto il movimento Musulmano – prigioniero della logica “No al fronte Nazionale di Le Pen“-, e decide di abbracciare pubblicamente la fede nell’Islam in forza dell’edonismo che lo ha contraddistinto durante tutta la vita, e conclude con serenità il romanzo con queste parole:

“dopo qualche mese ci sarebbe stata la ripresa delle lezioni, e ovviamente ci sarebbero state le studentesse – belle velate e timide……….
fatto sta che esse circolavano sempre, era inevitabile, e non pensavo che le cose fossero cambiate gran che. Ciascuna di quelle ragazze, per quanto bella potesse essere, sarebbe stata felice e fiera di essere scelta da me, e onorata di condividere il mio talamo. Sarebbero state degne di essere amate; ed io, per parte mia, sarei riuscito ad amarle.“

Il paradigma è completato: anche per il nostro François il cerchio si chiude e potremmo dire che anche per lui si realizzano le “cinquanta sfumature di grigio“, ove società capitalista e società musulmana si identificano se non con i loro fini ultimi almeno con i piaceri della carne, lasciando in tal modo cadere ogni velo a giustificazione morale o religiosa.

Concludendo, il mio dubbio è uno solo: ha Houellebech inteso parlare solamente dell’imborghesimento generale della società francese, oppure il ritratto che egli dipinge è riferito solamente ad una parte, la più ricca, la più benestante di essa?
La classe operaia (ammesso che la si possa ancora dichiarare esistente) potrebbe avere accesso a tutti i privilegi che sono riservati a François quale appartenente ad una fascia di cittadini a reddito medio alto, oppure, per esempio, essa sarebbe costretta a ripiegare sull’avere una moglie sola pur avendo il diritto a quattro secondo l’Islam, in quanto il numero elevato di spose non permetterebbe il pieno appagamento delle loro esigenze economiche?
E infine: le donne della nostra epoca, nella nuova società che si verrebbe a costruire, potrebbero ritrovare dentro di essa la soddisfazione di ogni loro esigenza esistenziale derivante dalle conquiste post ’68 del femminismo in genere?

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One thought on “Sottomissione, romanzo di Michel Houellebech, una lettura di L. Paraboschi”

  1. Sono un accanito lettore di Hoeullebeq, che secondo me ha toccato il vertice con “La possibilità di un’isola”, questo romanzo ha vissuto a rimorchio dei fatti accaduti a Parigi dopo l’Epifania, soprattutto è scarsamente originale. Un autore italiano tal Diego Cugia ha scritto un romanzo pubblicato oltre dieci anni fa sullo stesso argomento, Il mercante di fiori, dove immagina un’Italia nel 2020 ridotta a colonia cinese…

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