toc toc toc, inedito di Maddalena Di Marco

toc toc toc, inedito di Maddalena Di Marco.

   

   

toc toc toc
chi avesse poggiato l’orecchio alla montagna
ne avrebbe sentito il suono
già mille anni prima.
chi avesse avuto l’orecchio di un dio
avrebbe sentito
il cigolio, il gemito, lo scricchiolio
dello sfregamento minerale
toc toc toc
ma non c’erano dei fra loro
solo  in fieri   bambole d’argilla.
non sentivano la voce della montagna
non ne capivano la lingua.
eppure tutti sapevano, tutti aspettavano
toc toc toc
l’orologio non è fermo dalla scorsa settimana
che chissà quando lo farai aggiustare? cos’è
questo ticchettio? – acufeni, immaginazione,
ansia. spegni la luce e vieni a letto che domani
la montagna sarà ancora al proprio posto
toc toc toc
la montagna… se ci fosse pericolo
non ci lascerebbero qui
a morire, non so cos’è questa tensione.
è che mi pare di percepire un rumore
cupo, fondo, che non ho mai sentito
che non avverto davvero. è come se avessi
le orecchie piene di mota, come se fossi
sott’acqua, come se un tuono venisse
dal profondo della terra
toc toc toc
mamma dov’è la mia bambola?
– ce l’hai nel letto con te, dormi bambina –
ma è fredda e dura, sembra di pietra. mamma
anch’io sono fatta d’argilla!
toc toc toc – il monte Toc
duecentocinquanta milioni di detriti
gli dei dall’alto lo hanno visto scivolare
gli uomini dal basso lo hanno visto sprofondare
nell’acqua della diga. La diga ha retto,
ha superato il collaudo. Duemila anime
sono state inghiottite dal fango

     

Vajont, 9 ottobre 1963

                             

diga Vajont, Italia - immagine di testa: dopo il disastro (1963)
diga Vajont, Italia – immagine di testa: dopo il disastro (1963)

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