Un gelato al limon: il versante liquido dell’eros. Versi di Claudia Zironi

Un gelato al limon: il versante liquido dell’eros.
Versi di Claudia Zironi.

  

   

  
Piu’ forte

Piu’ forte dicevo, ancora!
Sapendo che era inutile
attesa, sempre vano
accendersi
fra le tue braccia.
Mi lasciai andare
allora, all’artico senso
della mente e ti persi
fra i nostri amori maschi.

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*


Guarda lassu’ i ragazzi

Il primo chiamava “ragazzi” i gabbiani,
chiamava me per cognome e chiamava “casa”
un rudere fatiscente in via dell’ospedale.
Mi fece una magia, con un archetipo
ebraico, per legarmi a se’ come un laccio
emostatico, piu’ di quanto gia’ non fossi.
Che bisogno c’era mi chiedevo.
E’ che doveva trovare un potere esoterico
piu’ forte dell’ago.

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*


La burla degli anni ’70

Nel millenovecentoottantatre sulla maiolica
di un bagno d’ospedale
mi spiegasti
che quando una donna apre le gambe
l’anima le sfugge.

 


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*


Degli incontri d’autunno

A te piace stringerlo: in mano
con forza, batterlo palparlo governarlo,
attirarmi le pelvi in un immobile tango.
A te piace riceverla:
senza lingua, contatto breve
e ripetuto, con gli occhi che ridono
di compiacimento mentre i miei
si chiudono d’affanno.
A te piace rintanarti: spingerti
a fondo accompagnandomi il capo
affinché le labbra non deviino
il percorso. E che io beva
quando chiudi l’ombrello,
ogni goccia di pioggia.


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*


Senza nome

Sei un nameless, mindless, heartless,
un lessico immobile nella sede
di Lotta Comunista, un santo dipinto
nel tuo letto a una piazza dove
giaci immobile e ti offri senza godere
col pene eretto verso il sole
dell’avvenire, verso le porte
a cui bussi con un giornale
da vendere o da regalare. Un testimone
silenzioso del fallimento di Geova,
di Eros e di Marx. Perduto
nella negazione dell’individualità.
Una piccola vergogna senza nome
nei miei ricordi. Il solo nameless.


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*


and so on

all’intrigante gioco, alla parola
mademoiselle, golpe, walking in
the night, al liquido occhio obliquo,
al cappello che ti cela lo sguardo
dalla tesa calata sul mistero, all’altra
faccia tua dolce e falsa come moneta
di cioccolato, allo sfoggio di cultura
e impegno, ai tuoi anni passati sulla
barricata, ai lunghi capelli biondi caduti,
a una sigaretta che penzola dal labbro,
alla seduzione dell’ignoto che mi ignora,
della confidenza che non arriva e si dissolve
in una risata, alla tua inesistenza: dedico
il fugace rapimento
di una settimana. and so on


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6 thoughts on “Un gelato al limon: il versante liquido dell’eros. Versi di Claudia Zironi”

    1. Caro Massimiliano ti ringrazio per l’apprezzamento. Le mie poesie della silloge “eros e polis” in realta’ hanno la velleita’ di andare oltre la carnalita’, la quale funge da pretesto per delineare, dall’osservatorio femminile, uno spaccato del rapporto uomo/donna/sociale. A loro modo sono “civili” 🙂
      Un caro saluto, Claudia.

  1. Oltre la carnalità, sì. La ricerca, il dialogo e il soliloquio. La memoria che impastoia sensazioni. La capacità e la crudezza del guardare e guardarsi con disincanto e ironia, nel proprio tempo e nella distanza. Perdona la frammentarietà : scrivo sull’onda delle impressioni.

    1. Grazie Cara Alba, per aver letto e commentato. Si’ in effetti hai colto perfettamente la presenza e la natura di una certa componente autobiografica. Un abbraccio. Claudia

  2. come ho già detto in altra occasione credo che vi sia un indubbio talento nella tua scrittura di ” cose ” e fantasie erotiche.

    In questi testi mi è parso di leggere ( stavo per dire ” rileggere, quando ho dato un’occhiata alla carta d’identità mia, e ho scoperto che di prima lettura si sarebbe trattato e non d’altro ) ) la fotografia di un mondo dal 75 all’85 nel quale il privato è diventato pubblico e dove anche l’atto sessuale era un fatto politico.

    poi, con trascorrere degli anni, è diventato puramente un atto privato e……..spesso nevrotico-

    grazie

    1. grazie Luigi per aver letto e commentato le mie “cose”. Senz’altro e’ vero che negli anni ’70 e ’80 l’atto sessuale e’ uscito dalla riservatezza della coppia ed e’ diventato bandiera e stendardo, soprattutto per una certa parte politica. Oggi non lo definirei “privato e nevrotico” bensi’ “interessato, edonistico e nevrotico”. Un caro saluto. Claudia

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