Un gelato al limon: il versante liquido dell’eros. Versi di Redent Enzo Lomanno.
Redent Enzo Lomanno nasce a Moncalieri il 5-4-76. Scrive inizialmente per svago, raramente, poi sempre con più intensità. La poesia è per lui un qualcosa che va al di là di un semplice tratto è una cura: “Morte, dolore, povertà non mi spaventano… mi spaventa di più l’inchiostro di un calamio secco, inutilizzato, defunto nella mancata empatia della società odierna”.
***
Possessione Gotica
Cosa resta delle nostre fughe?
Se non piaghe carnali sparate al cielo
e tremule sbornie di sole in qualche orgia felice
L’avulso dei corpi,
infiammate sporgenze d’ignoto,
gementi d’impudichi sollazzi!
Gioia recondita al cuore,
nascosta tanto alla luce
quanto al buio della sera,
stuprerò con le parole adatte
le serrature dei tuoi portoni
divelti
Ed i tuoi capezzoli d’aurora
lontane cupole d’oriente,
come solitudini mistiche al cielo
strisciano
sui miei occhi d’animale ferito
schiuse labbra che urlano
in effluvi di sindoni celesti,
Cristi risorti le tue natiche!
Assoluta è,
la curva di predominio razziale
della tua carne.
E non v’è scopo, sola beatitudine
nella arroganza del tuo ventre
Che ogni verso, ogni gene di foga ora
implora pietà ai tuoi seni cattedrale
Mentre è sui tuoi piedi perlati
che chino sbavo l’ammissione
del mio peccato
conficcando chiodi,
lì dove ogni tuo sfintere
che d’eco si scopre tradito
deve, deve, deve essere mio!
appartenermi sussurrando
padre nostro piangendo
una croce tingendo
del tuo piacere
stupendo
***
Santo Amore Santo
Celebra la tua resa.
Cadi! Come cadde il Calice
delle nostre ore liete.
La tua forma,
l’ho cucita ancora addosso!
Infrangendo lo spessore
tra i sospiri, ho timbrato il tuo ventre
nella folle frenesia di un addio
Oh Il tuo seno; è mio da quel dì!
E la caduta, la caduta rovinosa
è inevitabile magione per agnelli.
Olocausti e scopi del nostro
sgualcito, sbagliato amore!
Santo, Santo, Santo
amore Santo amore
lontano dalle colpe.
Santo! Dolente e desiderio
Santo! Terrapieno di fessure
Santo sulle carni cristalline!
Alambicco alchemico
di Veneri sfiorite
in tacche sulla cinta
e sinaptico seminal
risveglio in Pietra:
preistorica eiaculazio
per un salto verso il climax
Lontano, lontano Amore!
Amaro quanto l’erba e dolce quanto il fiele
Tortuoso e vagabondo come le mie Clarks
fa ancora breccia il tuo rintocco
sui pentagrammi d’un tempo
ormai mite
parrò forse strano, ma nel tripudio dell’erotismo di queste due poesie, molto ben fatte, mi viene istintivo stralciare questo finale da rimpianto, nel quale l’accenno alle scarpe contribuisce a dare un tocco esotico ad una storia d’amore lontana
Lontano, lontano Amore!
Amaro quanto l’erba e dolce quanto il fiele
Tortuoso e vagabondo come le mie Clarks
fa ancora breccia il tuo rintocco
sui pentagrammi d’un tempo
ormai mite
grazie Luigi
erotismo , esotismo e misticismo mirabilmente dosati in questi versi esaltano l’eros e lo rivestono di una leggera patina di malinconia e lontananza che ti porta a rileggerli per scoprire senazioni sempre diverse.
grazie Loredana