Un gelato al limon: il versante liquido dell’eros. Versi di Redent Enzo Lomanno

Un gelato al limon: il versante liquido dell’eros. Versi di Redent Enzo Lomanno.

   

524838_10200391470816584_768178098_nRedent Enzo Lomanno nasce a Moncalieri il 5-4-76. Scrive inizialmente per svago, raramente, poi sempre con più intensità. La poesia è per lui un qualcosa che va al di là di un semplice tratto è una cura: “Morte, dolore, povertà non mi spaventano… mi spaventa di più l’inchiostro di un calamio secco, inutilizzato, defunto nella mancata empatia della società odierna”.

***

  

  

Possessione Gotica

E poi cosa?

Cosa resta delle nostre fughe?

Se non piaghe carnali sparate al cielo

e tremule sbornie di sole in qualche orgia felice

L’avulso dei corpi,

infiammate sporgenze d’ignoto,

gementi d’impudichi sollazzi!

Gioia recondita al cuore,

nascosta tanto alla luce

quanto al buio della sera,

stuprerò con le parole adatte

le serrature dei tuoi portoni

divelti

Ed i tuoi capezzoli d’aurora

lontane cupole d’oriente,

come solitudini mistiche al cielo

strisciano

sui miei occhi d’animale ferito

schiuse labbra che urlano

in effluvi di sindoni celesti,

Cristi risorti le tue natiche!

Assoluta è,

la curva di predominio razziale

della tua carne.

E non v’è scopo, sola beatitudine

nella arroganza del tuo ventre

Che ogni verso, ogni gene di foga ora

implora pietà ai tuoi seni cattedrale

Mentre è sui tuoi piedi perlati

che chino sbavo l’ammissione

del mio peccato

conficcando chiodi,

lì dove ogni tuo sfintere

che d’eco si scopre tradito

deve, deve, deve essere mio!

appartenermi sussurrando

padre nostro piangendo

una croce tingendo

del tuo piacere

stupendo

Dies Irae

***

Santo Amore Santo

Celebra la tua resa.
Cadi! Come cadde il Calice
delle nostre ore liete.

La tua forma,
l’ho cucita ancora addosso!
Infrangendo lo spessore
tra i sospiri, ho timbrato il tuo ventre
nella folle frenesia di un addio

Oh Il tuo seno; è mio da quel dì!
E la caduta, la caduta rovinosa
è inevitabile magione per agnelli.
Olocausti e scopi del nostro
sgualcito, sbagliato amore!

Santo, Santo, Santo
amore Santo amore
lontano dalle colpe.

Santo! Dolente e desiderio
Santo! Terrapieno di fessure
Santo sulle carni cristalline!

Alambicco alchemico
di Veneri sfiorite
in tacche sulla cinta
e sinaptico seminal
risveglio in Pietra:
preistorica eiaculazio
per un salto verso il climax

Lontano, lontano Amore!
Amaro quanto l’erba e dolce quanto il fiele
Tortuoso e vagabondo come le mie Clarks
fa ancora breccia il tuo rintocco
sui pentagrammi d’un tempo
ormai mite

bansky kiss

4 thoughts on “Un gelato al limon: il versante liquido dell’eros. Versi di Redent Enzo Lomanno”

  1. parrò forse strano, ma nel tripudio dell’erotismo di queste due poesie, molto ben fatte, mi viene istintivo stralciare questo finale da rimpianto, nel quale l’accenno alle scarpe contribuisce a dare un tocco esotico ad una storia d’amore lontana

    Lontano, lontano Amore!
    Amaro quanto l’erba e dolce quanto il fiele
    Tortuoso e vagabondo come le mie Clarks
    fa ancora breccia il tuo rintocco
    sui pentagrammi d’un tempo
    ormai mite

  2. erotismo , esotismo e misticismo mirabilmente dosati in questi versi esaltano l’eros e lo rivestono di una leggera patina di malinconia e lontananza che ti porta a rileggerli per scoprire senazioni sempre diverse.

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