Una gioia che percuote, poesie di Paola Mancinelli

Una gioia che percuote, poesie di Paola Mancinelli

        

 

 

Adotta un pensiero, un pensiero felice. Occupatene, abbi cura di lui. Sfamalo. Rimboccagli le coperte, tienilo al caldo. Fallo vibrare nei giorni senza luce. Resta a vegliare mentre dorme, che non passi su di lui il freddo dell’inverno. Portalo a spasso, al mare, al parco. Lascialo dondolare. Respira il cono d’aria che disegna ad ogni spinta di altalena. Fallo scivolare fino a terra, lascia pure che si sbucci le ginocchia. Curalo con piccole applicazioni di fiducia. Soffiaci su come un compleanno. Pronuncialo come un battesimo. Un cuore lieto è una luce accesa. La felicità è questo battesimo del cuore, una festa di sguardi e di parole vere. Il rumore dei passi di chi rientra a casa da tempo. I profumi dell’infanzia. Lo stupore come esercizio di meraviglia. Il vento fresco che gonfia le lenzuola, le ingravida di bello. È coraggiosa la felicità, è onesta, è visionaria, è rivoluzionaria, in accelerazione continua, un fuoco d’artificio senza artificio alcuno. Pura, contagiosa, profetica, iperbolica, sonora, dinamica, salvifica, architettonica, progettuale, prospettica, temeraria, araldica, stemma di nobile gratitudine, scudo indomito di alta bellezza, profilo di trascendenza. Indossala, che il mondo veda come ti fa brillare. Allenala, che sia un sole che passa la sua luce come un testimone. Felice è il cuore che rende grazie per la bellezza che lo pervade, perché ri-conosce con lo stupore del primo sguardo la meraviglia che abita il mondo. Ringraziare per il bello che ci viene naturalmente incontro è un atto di restituzione e di lode, di attraversamento dell’infinito nel finito, della trascendenza nell’immanenza. La felicità porta con sé un ringraziamento, una resa alla semplicità dell’evento che ci trasforma e al quale rispondiamo con il nostro sì, come riconsegna libera e aderente al vero. Così è la felicità: una fertilità di cuore che agisce per germinazione.

 

 

Quando la terra chiama sei nell’infanzia
con le mani nel fresco
una gioia che percuote
tenera di frumento e attesa.
Hai tre anni e ridi il mondo
ogni cosa è la prima cosa
memoria di quercia e di sambuco.
Poter mantenere ancora intatto quello sguardo
come esercizio di meraviglia
un metallo in braccio ai poveri. 

 

*** 

 

Lo vedi anche tu che tutto
qui è un eterno domandare
i gesti, l’offerta delle braccia
la tua voce di nicchia
le pause di carta, traccia di brace 
per l’inverno della parola.
Aver bisogno di dire tu senza nominarti.
Riconoscersi è il dono dei cristalli
la grazia silenziosa di plasmare 
di metallo il cielo.
Io ti spero. 

 

*** 

 

Dammi la tua mano
a ricucire gli strappi delle ombre,
ad esaudire il soffio dei vorrei.
Ti vedo sfrecciare come coda di stella
in questo arco(in(cielo
guardo la fragilità
inarcare il desiderio
urlare forte la speranza
seminare d’azzurro le pareti.
Fai entrare il noi dentro la stanza
dacci un posticino luminoso e innamorato
teniamoci stretti in una mano:
siamo due sarti che vestono la gioia. 

 

*** 

 

Basta così poco 
per gioire pienamente 
una casa
due pigiami
un progetto
gli occhi in avanti
i palmi che combaciano
e tu che dici noi come se fosse un sì.
Sorridi alla tua pazienza, grato.
Tutto si svela in quel gesto genuino e franco
di un abbraccio en plein air
nel sapore coraggioso dei baci all’aperto. 

 

*** 

 

Amare è questa fame degli occhi
e delle mani, senza risparmio
l’eterna ferocia del dare
perché da un preciso momento
non ci sei più tu, ma un altro ti viene dato 
e il mondo si rovescia e fuoriescono 
cose_case_maglioni_decisioni.
In questa disumana logica del dono
anche l’universo si inchina davanti a un sì. 

 

Tutte le poesie sono tratte dal libro “La resa del grazie”, Giuliano Ladolfi Editore 2019

 

Paola Mancinelli (Taranto, 1974). Approfondisce gli studi filosofici e teologici ottenendo il titolo di Magistero in Scienze Religiose. Artista visuale, la sua ricerca si rivolge alla poesia e alle installazioni di arte contemporanea. Ha esposto in mostre personali, collettive e di gruppo. Ha pubblicato il libro d’artista “Poesia, tempo presente. La parola e il tempo”, per la collana editoriale “i quaderni del concetto” ideata da Cosessantuno Artecontemporanea, Print Me Editore, Taranto 2014. È presente nell’antologia poetica “Parole Sante”, Kurumuny Edizioni, Calimera (Le) 2015 e nell’antologia poetica “Il corpo, l’eros”, Giuliano Ladolfi Editore 2018. È presente nel testo “Close up. 0.10 Atti introspettivi”, di Sara Liuzzi, Gangemi Editore, Collana Contemporanea 2018. Nel mese di luglio 2019 ha pubblicato il libro di poesie “La resa del grazie”, Giuliano Ladolfi Editore, con la prefazione di Giovanna Rosadini. Fa parte della redazione online della rivista Atelier, trimestrale di poesia, letteratura e critica, per la quale cura il progetto di arte e poesia “Visuale sul Novecento”. 

 

      

Emiliano Barbieri, Bolivia

 

 

 

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