Viaggi e vacanze. : DEORA DÉ – FIORI D’IRLANDA di Roberto Cogo.
Roberto Cogo è nato a Schio (Vicenza) nel 1963. Si è laureato in lingue e letterature anglo-americane all’Università Cà Foscari di Venezia.
Ha pubblicato i libri: Möbius e altre poesie, Editoria Universitaria, Venezia, 1994; In estremo stupore, Edizioni del Leone, Venezia, 2002 (finalista al Premio di Poesia Lorenzo Montano 2003); Nel movimento, Edizioni del Leone, Venezia, 2004; Di acque / di terre, Edizioni Joker, Novi Ligure, 2006 (finalista al Premio Montano 2008); Io cane, L’arcolaio, Forlì, 2009; Senza il peso di un pensiero, Giuliano Ladolfi Editore, Borgomanero, 2011 (Premio Anna Osti 2013); Dell’immergersi e nuotare – wild swimming, Attilio Fraccaro Editore, Bassano del Grappa, 2012.
Ha pubblicato le raccolte: Confondi il vento, in «La Clessidra», Edizioni Joker, Novi Ligure, n. 1, 2007; Mai identico riproporsi, in «Italian Poetry Review», Società Editrice Fiorentina, Firenze, vol. II, 2007; Ancora nel luogo neutro e Il cielo dentro la montagna, nell’antologia, Dall’Adige all’Isonzo – Poeti a Nord-Est, Fara Editore, 2008; La luce è del sole, in La poesia, il sacro, il sublime, Fara Editore, 2009; Verso il leggero, in Salvezza e impegno, Fara Editore, 2010; Supplementi di viaggio – poesia tra tempo e luogo, in Il valore del tempo nella scrittura, Fara Editore, 2011; Un confine mobile, in Opere scelte- premio Pubblica con noi, Fara Editore 2014.
Ha tradotto dall’inglese vari poeti tra cui: John. F. Deane, Charles Olson, Les Murray e Gary Snyder.
Nell’estate del 2009 è stato poet in residence sull’isola irlandese di Achill nella contea di Mayo, ospite della Achill Heinrich Böll Association.
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5 poesie tratte dalla raccolta bilingue inedita
DEORA DÉ
FIORI D’IRLANDA
FLOWERS OF IRELAND
per/to John F Deane
Le poesie di questa raccolta sono state scritte durante il mio soggiorno come poet in residence sull’isola di Achill nella contea di Mayo in Irlanda e a Dublino, nel periodo compreso tra il 10 e il 30 agosto 2009, ospite dell’associazione intitolata allo scrittore e premio Nobel tedesco Heinrich Böll.
Tutti i miei ringraziamenti vanno ai gentilissimi soci dell’associazione, in particolare a John McHugh, che mi hanno onorato con la loro fiducia e stima.
Un ringraziamento particolare va all’amico poeta John F Deane che ha fatto in modo che questa straordinaria esperienza avesse luogo. A lui è dedicata l’intera raccolta.
Uno speciale saluto va al noto poeta Paul Durcan che mi ha più volte onorato della sua presenza e della sua attenzione durante il mio soggiorno. R.C.
tullamore*
vita, vite! quante vite tutte insieme!
tutte intorno sempre! vita, vite e tu
mia amata! mia vita, mia speranza!
vidi una lepre seduta in mezzo a un prato
tra fradicia terra e cielo mancante
vidi una lepre e lei mi vide passarle accanto——
in pace intenta a meditare
prati a dismisura con alberi e siepi filanti intorno
gli animali al pascolo
pecore vacche cavalli e uccelli neri in attesa sui fili
altri in volo in alto——
un umido scialle grigio avvolgeva il paesaggio
a tratti la luce colava dai tetti——
tullamore! fu un grido luminoso tra le acque morte——
uno spiraglio di sole nella torba
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*Tullamore è una cittadina dell’Offaly. Situata nella regione delle midlands lungo la linea ferroviaria che collega Dublino con Westport.
roscommon*
dopo roscommon i muretti a secco
segnarono un territorio più ondulato e vario
il sole lo accompagnava
il cielo s’aprì in chiazze d’azzurro compromesso
sopra le grasse nuvole grigiastre——
non ci fu bisogno di sapere cos’è la poesia
la poesia divenne pratica della poesia
si sedette con essa e smise di pensare——
sui muretti a secco in un vasto territorio
si fece la poesia dopo roscommon
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*Contea tradizionale e amministrativa dell’Irlanda centrale, nella provincia del Connacht
dugort (dalla vetrata dello strand hotel)
dugort è poche case di bianco a dormire sul promontorio proteso
fin dentro la pace dell’oceano——un enorme dito slogato
un rettile teso a inghiottire la preda
lo scoglio in fuga davanti alle sue fauci—una lingua infuocata
che trema al contatto dell’acqua
dugort rimane aggrappata a un pezzo di terra sospesa alle pendici
della sua inaccessibile collina
dugort resiste alle ondate—al tempo che muta—al vento
che qui significa tutto
ecco dugort sul promontorio oltre la spiaggia d’argento
umidamente avvolta nella foschia adagiata alla sua collinetta
distesa fin dentro la rabbia dell’oceano
vento notturno
questo vento notturno è l’oceano che avanza dirompente——
un essere selvaggio mi fissa all’adesso
uno scoglio martoriato dalla salsedine corrotto dagli escrementi
di sule cormorani e gabbiani col cappuccio di nere tempeste
ci sono foche dall’altra parte del monte dov’è difficile arrivare
dove solo albatri e sterne riescono a governare le onde
lo sbattere dei nostri pensieri contro le rocce affilate
in caduta nelle acque fosche tra miserie e naufragi
ci sono gli abitanti di achill disseminati come gigli nelle torbiere
a creare rifugi traballanti e un po’ di calore
pronti come sempre a partire—lieti come sempre di tornare
c’è la carogna di una pecora sfracellata tra gli scogli
ultima notte all’heinrich böll cottage
è sembrata irreale——avvolta in un silenzio intarsiato di rumori scricchiolii e
colpetti riecheggianti nel buio——il vento deve aver preso coperta e cuscino per
andarsene a dormire nella sua caverna dentro lo slievemore profondo
piogge bufere e scrosci improvvisi hanno graziato i sogni della torbiera——le
pecore di dugort hill hanno avuto la loro tregua——il percolare delle acque nere
lungo rivoli fossi e strade uno stallo——fessure e tagli nel terreno e nei campi
fissati per sortilegio in una stasi
nella lunga notte prima di ripartire l’imprevista apprensione è un’attesa di mondi
in caduta——colori strani e nuove forme percorse da brividi come spiriti e
fantasmi in piogge nuvole e venti immobili sul ruggito dell’oceano——selvatiche
presenze a ribadire le sfide al regno umano immemore
tornò la pioggia da un silenzio sospetto——tornò il vento a dormirci accanto——
l’antico patto in un bisbiglio di presenza s’insufflò inebriandosi nelle forme——
scivolando s’aprirono nuove vie——percorsi e alternative verso il basso verso il
centro dove l’arte è viva e le cose così come sono