Vite precedenti, poesie di Francesca Genti.
MI MANCHI
è un sentimento.
va al di là della letteratura rosa.
è un dato di fatto.
ed è ingombrante:
una poltiglia emozionale disgustosa.
è struggimento.
è piuttosto imbarazzante:
una cicciona
che sculetta
in tuta rosa.
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VITE PRECEDENTI
amo i cani.
amo i barboni.
forse ero un barboncino.
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VOLEVO INFORMARTI
mi hai fatto del male
è inutile che dici “non sono cattivo”:
mi hai ridotto allo zero totale
mi hai ridotto a un catorcio emotivo.
vagavo male, nel niente della sera
guardavo gli incidenti trasognata
ogni skoda distrutta e devastata
ricordava il mio cervello-favela:
ero io + l’emergenza spazzatura
era il mio cuore + fuori le badanti!
ero un esercito di manifestanti
contro la tua schifosa dittatura.
volevo informarti: non sono deceduta.
non scomodarti a pregare per me
quel che rimane del male che mi hai fatto:
è questa poesia, mentre bevo il tè.
Da Poesie d’amore per ragazze kamikaze (Purple Press, 2009)
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Francesca Genti è nata a Torino, vive a Milano.
Ha pubblicato le raccolte di poesia Bimba Urbana (Mazzoli, 2001), Il vero amore non ha le nocciole (Meridiano Zero, 2004) e Poesie d’amore per ragazze kamikaze (Purple Press, 2009), L’arancione mi ha salvato dalla malinconia (Sartoria Utopia, 2012). Sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, spagnolo e arabo.
In veste di narratrice ha partecipato a diverse antologie, firmando il libro di racconti Il cuore delle stelle (Coniglio Editore, 2007) e il romanzo La Febbre (Castelvecchi, 2011).
Partecipa con la casa editrice quintadicopertina al progetto di ebook “Abbonamento allo scrittore” .
Suoi testi sono apparsi su «Nuovi Argomenti», «alfabeta2», «Lo Straniero», «il manifesto», «La Repubblica», «Velvet», «Orwell».
In qualità di paroliera ha collaborato con vari gruppi musicali tra cui i Baustelle.
Sulla base dei numerosi reading svolti ha ideato due performance poetiche: Fiaba e Juke box all’ossigeno.
Conduce laboratori di lettura attiva dei Tarocchi.
Francesca è sempre meravigliosa.
inesorabilmente tra le mie preferite.
Ai complimenti certo sarai abituata. I miei sono sinceri, semplici, diretti. Come un viaggiatore alla stazione che mentre guarda incuriosito le vetrine attendendo arrivi il suo treno, si ferma incuriosito, poi attento e infine divertito, di fronte a questo barboncino di pezza e stoffa colorata che lo guarda, sorridendo, da dietro la vetrata.