Dannata nuvola, poesie di Flavio Almerighi.
dannata nuvola
dannata nuvola,
chissà se la vita
sarà lunga o breve,
proteggimi da quel che voglio
proteggimi dal caos
dalla cattiva luna di chi
ha fatto fuoco e fiamme
per qualche pistacchio
che, come sta,
quando rompe l’argine
si arrende per strada
sotto passi sconosciuti
***
sull’amore finito
Piero si vede con dio
nei bicchieri di glengrant,
fuma fino al filtro
scopre donne di pochi numeri
che non danno ricevuta,
magro scannato, niente impermeabile
la fede portata a stringere
da un orafo tornato al mare
a fare segni sulla schiuma,
la serranda abbassata segno di resa
e lui dentro a fare il nembo kid
col buon senso di successi estivi
modellati sulle anche delle amiche
in spiaggia a farsi spine
per il primo di passaggio, che
piccolo com’è, sembra uno zero
aspetta tutto il giorno
va via deluso, smarrito
nella natura teneramente morta
di ombrelloni senza fine,
un po’ di brezza sospira
sull’amore finito
***
Quadretto d’inerzia
rottami e pioggia a mari
rovesciano la strada
mostrandosi alle finestre.
caos auto rigenerante,
cianciano funzionari
dal colorito palustre
e tempestato
colto in flagrante,
un cespuglio coglie
a sua volta ogni radice
nessuno abbia fame,
e col filo di disperazione
caratteristico della rete
non si aggiunga altro
su chi no e su chi
ha già fatto la sua storia,
avuta l’occasione
l’ha gettata sul rosso
e ha perduto l’impero
per vivere all’ombra
dei propri temporali
L’acqua da “oro azzurro” a disgrazia, come siamo irresponsabili! Sappiamo trarre male anche dal bene… a proposito, i genovesi hanno poi pagato le tasse?
la seconda è davvero alla Buckowsky, caro Flavio,
ma le altre due sono atrettanto piacevoli