Se anche il peso fosse lieve, poesie inedite di Rita Stanzione

Se anche il peso fosse lieve, poesie inedite di Rita Stanzione

 

       

PERCHÉ CERTE ANIME SI STANCANO?                                  

                                                                                        One might depart at option/From enterprise below!1

                                                                                                             Emily Dickinson 


Quindici e 03
  

Ti racconto, di quell’arrivo
che si annunciava sul binario
l’emozione che l’attimo non sa dove versare
la striscia gialla e achtung achtung
pensavo in tedesco, secco, inelastico.

Quanta memoria ancora conservare?
quella di una scarpetta e l’Alt
e la mia borsa costantemente aperta 
con un libro -per Lui il rammarico –
a metà storia.  

-È la deriva l’unica colpevole
la colpa non ricordo. 
Magnifico solo il bum bum del petto 
già via per una strada entusiasmante- 

Qualche uccello cantava: l’ascolto ancora
una sorta di strillo malinconico di fine estate. 

-Il treno sta per toccare il primo abbraccio delle case
la borsa a rilasciare cose frivole 
e al centro il libro. Il piede muto, la linea gialla- 

 

Gemella dal corpo sottile      

Dopo il primo passaggio di stralunati
e un’altra scia di curiosi con l’espressione 
del nibbio in un’isola gelida e spoglia
solo il mio corpo al centro 
a terra sotto nuvole schiacciate
la fotografia come quelle del Faust 
di Sokurov insensata e anamorfica. 
La bocca che bacia il pavé 
una carezza estrema e la palude che ottunde 
la ragione. Ci pensavo dai tempi delle medie
a quanto può essere sinestetica e ampia 
la stanza dell’annullamento,
da quando ci rincorrevano i cani 
che nel contesto impersonavano il male.
E avrebbero perso. 
Una metà del campo è nel buio, 
l’altra mi sopravvive -come le mani di aceto 
che mi lavano i fianchi 
lasciando odore di armadi messi a nuovo. 
Era amorevole il tempo delle madri 
senza condizioni. E nessuno più.
Ora, è lecito che la finestra sia rimasta 
a guardarmi senz’ali, mi chiedo.
Poteva concludersi vento e spettinare polveri 
riempire il deserto di nuovi patti di linfa 
intanto porre un limite di catenacci.
Ma è fatto. La soglia mi fa memoria d’altro 
e sto bene nell’indeterminata bocca del silenzio
cadenza di novembre 
dal corpo di una gemella sottile
dove rifugio la parte più bella di me
tirata per i polsi ma poco ostinata 
a non venire.

 1 Ci si potrebbe accomiatare a discrezione/Dalle imprese di quaggiù! 

 

SE ANCHE IL PESO FOSSE LIEVE 

                                                                                                            I know that I shall meet my fate
Somewhere among the clouds above2 

                                                                                                            William Butler Yeats 

 

Le ossa rosa non rispondono 

 

Va in giro
con quattro nodi sullo sterno
sentitamente scarna 
perché nessuno l’avvicini, la ravvivi.
Non la si muova dalla freschezza scialba
di anemone da vecchie profusioni.
Lasciatela mancare, difendere ossa rosa
dal secondino che l’affianca.
Altra donna, sorella carnale
ch’era libella al primo nascere
poi divenne piombo
da stravagante dissonanza
di corpo ancora.
Tale la respira, ne ha terrore
e l’ama per la morte che s’accenna
corimbo schiuso nel sorriso
da sembrare estasi
ad ogni morso, l’ombra.
 

 

Una linea taglierà il cristallo 

Non so dove 
cammineremo senza gambe
e dietro la fronte
l’intenso pensiero 
se avrà vuoto che basti 
a sciogliersi prima del gelo.
Una linea taglierà il cristallo del chiarore,
sicuro ci saranno buchi immensi da perdersi.
Circuendo la notte
a farne casa, la memoria 
avrà il suo cuscino di asole e polvere
e quanti sciami, spiccati liberi
dalle angosce. 

  

2 Sento che troverò il mio fato
in un luogo tra le nuvole lassù 

 

 ADESSO COSA VEDI?
  

                         who see with blinding sight
blind eyes could blaze
like meteors and be gay3 

                                                                                         Dylan Thomas

Autoscatto 

L’ultimo sguardo si è mosso 
appena
a raccontare di sé 

ma non finisce, qui. 

Nemmeno la parola
spinta sotto lo strappo
è davvero l’ultima: 

la confessione continua altrove
e lì si appiattisce. 

La retina stampa
la sua impressione definitiva 

è l’ultimo scatto
l’istantanea 
che nessuno vedrà. 

  

Al mare scuro

Raggirammo così
la vertigine di terra
con i visi convulsi, alle stelle
che presto furono polveri
nella calma dell’acqua, il mare scuro
dopo che ogni piccola cosa era stata sconvolta.
 

3 accorgendosi
che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire 

      

Note biografiche

Rita Stanzione, nata a Pagani e vissuta un periodo a Milano, risiede attualmente a Roccapiemonte (SA). Docente, con alla base una formazione pedagogica, completata da studi in campo scientifico. Si dedica alla scrittura perché non vada perso il pensiero, per comunicare, per sperimentare, perché convinta che non sia stato già tutto raccontato. Molti suoi testi sono presenti in siti e riviste di letteratura nazionali e internazionali (anche tradotti in altre lingue), tra cui Euterpe, Post Scripta, Volodeisensi, Illustrati, Bibbia d’Asfalto, Dinanimismo Blog ufficiale, The Enchanting Verses Literary Review, Life and Legends, California Quarterly, Makata, Prachya Review, Kabul Nath, Samakalin Sahitya. Oltre che alla poesia, compresa la forma di haiku e componimenti simili, di recente si è dedicata alla prosa, scrivendo racconti brevi o brevissimi e collaborando alla stesura di un romanzo collettivo di prossima uscita. Collabora con il Movimento letterario UniDiversità di Bologna, quale autrice della Collana viola e della rivista tematica bimestrale Quaderni. Ha avuto importanti riconoscimenti in concorsi letterari. Fa parte, insieme ad altri autori, del blog di poesia Comelacquasuisassi. Ha fatto parte della giuria, e tuttora continua l’esperienza, in premi letterari nazionali. Ha all’attivo più raccolte di poesie: L’inchiostro è un fermento di macchie in cerca d’asilo, Libreria Editrice Urso – marzo 2012; Spazio del sognare liquido ed. Rupe Mutevole collana Heroides – maggio 2012; Versi ri-versi, Carta e Penna editore – novembre 2012; Per non sentire freddo, ebook Editrice gds Diffusione Autori – dicembre 2012; È a chiazze la mia bella stagione, Libreria Editrice Urso – marzo 2013; In cerca di noi, Collana Viola dell’Associazione Culturale UniDiversità – dicembre 2016; Canti di carta, Fara Editore – febbraio 2017; Di ogni sfumatura, Libreria Editrice Urso – marzo 2017; Grammi di ciglia e luminescenze 60 Haiku, Vitale Edizioni – agosto 2017.

   

 

Ksenja Laginja, Eterotopie, 2017

 

 

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