Il mondo delle somiglianze, poesie di Pietro Pancamo.
Pietro Pancamo (1972) coordina il portale L(’)abile traccia.
Oltre che conduttore e direttore editoriale di Poesia, l(’)abile traccia dell’universo, podcast culturale dell’emittente milanese Pulsante Radio Web, è redattore sia del mensile digitale Il Cofanetto Magico sia del blog letterario Viadellebelledonne.
È autore di Manto di vita (LietoColle, Como, 2005). Compare in Poetando. L’uomo della notte (Aliberti editore, Roma-Reggio Emilia, 2009), antologia a cura di Maurizio Costanzo.
Nel 2012, la Rete Uno della radio nazionale della Svizzera italiana gli ha dedicato una puntata del programma Poemondo.
È attualmente on-line il suo primo e-book di racconti: Sia fatta la tua comicità. Paradise strips (Cletus Production, Roma, 2012).
Recensioni a sua firma sono uscite nel sito della rivista L’Indice dei libri del mese e in quello dell’edizione fiorentina del Corriere della Sera.
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Somiglianze
A quest’ora
ogni paese
è un fagotto
di stelle e di buio.
Ma lo è pure
questo cielo vagabondo
(guscio d’aria e di respiri)
che stringe in un solo mondo
città, mari e tempeste.
Ma lo è pure
questa via
(intirizzita di pioggia)
col suo buio
incatenato ai lampioni
e un po’ di stelle
che sussurrano al mio palazzo
la ninna nanna:
vedo tante finestre
chiuse fra perimetri di sonno.
A quest’ora
ogni uomo
è un fagotto
di buio e di stelle.
Gioachino
Per il nonno, si sa,
la giornata è divisa
nel crepuscolo della sera
(la notte)
nel crepuscolo del mattino
(il pomeriggio)
e nel crepuscolo della notte
(l’alba).
Uno: si stiracchia
azzuffandosi con l’aria
e s’afferra a quella luce
che sbrodola tra le persiane;
Due: lo sguardo cascante
e i capelli sgangherati dal sonno,
striscia qualche passo
fino allo specchio;
Tre: guarda la sua immagine
che trafigge il vetro
e da questo momento
vive le sue ore
come un riflesso bendato di carne;
Quattro: mi saluta con parole vitree;
Cinque: sradica i passi
fino alla sedia,
spiegazza il corpo sullo schienale
gualcendo le ginocchia
contro il muro.
Posa le mani, come due tele di ragno,
sul davanzale
e sta vicino alla finestra,
tanto vicino quasi annusasse il vetro.
Vecchiaia: canto di un barbone errante della discarica
I
Quanta spazzatura
che mi ritrovo addosso
nelle dolci siepi di bosso.
Qui tra le foglie verdi
han fatto una discarica.
L’oblò di lavatrici scoperchiate
è un belvedere
per le formiche nere.
(Provviste nel secchio:
alimenti scompagni
come le scarpe vecchie,
bucate dalla noia dell’usura).
“Alla discaricaaaa!!”,
gridano torme di rifiuti.
II
Caldo e fetore
nei venti acuti
si mescolano a formare
uno smog estivo.
(Infatti se gli uomini
dan di matto,
la sporcizia dà di puzzo).
Così il rosso del mio sangue,
che ogni mattina si sveglia,
non vuol dire più
rigenerazione
ma soltanto
riciclaggio.
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da Manto di vita, di Pietro Pancamo, LietoColle 2005
Pancamo e’ senz’ombra di dubbio autore da seguire, dalla poetica intensa e interessante. Di questa breve selezione amo soprattutto Gioachino.
Potete trovare un approfondimento su Pietro Pancamo con note critiche di Antonino Caponnetto all’indirizzo http://caponnetto-poesiaperta.blogspot.it/2013/06/pietro-pancamo-alle-pendici-dei-versi.html